Latte italiano, l’origine in etichetta alla sfida di Bruxelles

Il testo prevede, una volta autorizzato, una nuova normativa specifica per l'etichettatura d'origine dei prodotti lattiero caseari. in caso di approvazione, saranno 3 le indicazioni obbligatorie in etichetta: luogo di mungitura, luogo di lavorazione, luogo di confezionamento

latteUn decreto interministeriale con il coinvolgimento di Mipaaf, Mise e Sanità è stato firmato dalla presidenza del Consiglio, in occasione del Milk day organizzato a Milano, e inviato a Bruxelles per l'approvazione dell'Unione europea. Il testo prevede, una volta autorizzato, una nuova normativa specifica per l'etichettatura d'origine dei prodotti lattiero caseari. Misura che intende tutelare i produttori di latte italiano e le aziende produttrici che vogliano operare nei segmenti del 100% italiano.

Al di là della volontà politica di appoggiare queste istanze, finora l'insieme delle indicazioni in etichetta è stato demandato dall'Ue al solo regolamento 1169/2011 entato in vigore nel dicembre 2014. Nella sostanza a livello comunitario l'etichettatura d'origine viene ritenuta quale ostacolo alla libera circolazione delle merci all'interno del mercato unico e lesiva della competizione sui mercati. Difficile dire, dunque, se lo schema di legge italiano troverà un appoggio Ue. La risposta dovrebbe arrivare rapidamente: in caso di approvazione, sulle confezioni di latte (non solo fresco, anche Uht), yogurt, formaggi, mozzarella ci saranno 3 indicazioni obbligatorie in etichetta: luogo di mungitura, luogo di lavorazione, luogo di confezionamento.

latteIn parallelo il mondo della produzione di latte italiano -in forte difficoltà per la compressione dei prezzi al litro in stalla, a livelli non sostenibili per il sistema nazionale- può trovare sostegno grazie a specifici accordi commerciali sia sul versante della trasformazione, sia su quello della distribuzione. Granarolo ha aumentato di 6 milioni di quintali l'approvvigionamento di latte nazionale; Coop ha incrementato gli acquisti di ulteriori 10.000 quintali; Conad ha raggiunto in tal senso un accordo con Coldiretti per quanto concerne 40 milioni di litri di latte Uht commercializzati con il marchio Conad, che saranno esclusivamente di provenienza italiana. Accanto allo sbocco commerciale i protagonisti di filiera si stanno attrezzando per acquistare a prezzi alla stalla più generosi di quanto determinato a prezzi correnti dal mercato. L'obiettivo al momento è quello di porre fine al fenomeno di chiusura delle stalle, che vede l'Italia fra le aree di maggiore sofferenza all'indomani della fine del sistema comunitario legato alle quote latte.latte confezionato

Da segnalare, infine, sul versante della filiera del valore che a fronte di un riconoscimento medio di circa 0,33 euro/litro agli allevatori, il prezzo al consumo arriva anche a 1,50 euro/litro per un prodotto di qualità. Un'area sulla quale secondo Coldiretti si può lavorare, anche per ribaltare una tedenza ai consumi che nel corso degli anni si è fatta estremamente critica.Concorda Francesco Pugliese, ad di Conad via twitter: La giusta remunerazione del #latte passa dall'impegno di tutti: produttori, industria, distribuzione.

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