5 trend che cambieranno i social media nel 2016

Uno su tutti l’applicazione della realtà virtuale al comparto, che come ha recentemente sottolineato Zuckerberg rappresenta la piattaforma del futuro.

Se il 2015 ha visto i social media caratterizzati da fenomeni che vanno dalla nascita del live social streaming al forte sviluppo di applicazioni come Periscope e Snapchat, quali sono le evoluzioni che delineeranno il comparto per l’anno in corso? Ecco cinque fondamentali tendenze secondo gli esperti della rete e il World Economic Forum.

video in 360 gradi#Realtà virtuale è sinonimo di futuro. Per Mark Zuckerberg “diventerà la più social delle piattaforme”, come sottolineato recentemente nel corso del Mobile World Congress. “Immaginate di condividere online con i vostri amici non solo momenti, ma intere esperienze e avventure”, ha ribadito il numero uno di Facebook, che non a caso nel marzo del 2014 aveva acquistato l’azienda di virtual reality Oculus. Una delle prime possibilità aperte dalle tecnologie del comparto sono i video a 360 gradi, per i quali si prevede una crescita esponenziale.

#Social shopping in via di implementazione. Si tratta di una tendenza quasi obbligatoria, capace di sfruttare il passaparola tra utenti, che ad oggi si conferma ancora un driver primario nelle decisioni di acquisto. Dai Buyable Pins di Pinterest, all’apertura di Facebook alla vendita diretta dalle pagine dei retailer, i social media hanno capito quanto sia importante favorire l’impulso di spesa istantaneo, guidato dai suggerimenti della community di amici e influencer.

#Live streaming verso il mainstream. Ancora una volta a fare da esempio è Facebook con la messa a punto di Facebook Live, che prepara nuove funzionalità per l’instant sharing di video favorendo la trasformazione del fenomeno in un trend virale.

smartphone facebook mobile social#Il gap di competenze in ambito social media si amplierà, risultando maggiormente problematico per le aziende. Secondo un’indagine dell’Harvard Business Review, su 2.100 company intervistate solo il 12% ritiene di padroneggiare efficacemente la materia e di usare al meglio lo strumento. Un divario che con l’aumento di complessità dei canali è destinato ad allargarsi. Una delle prevedibili conseguenze sarà la crescita di comunicazioni errate e poco performanti da parte delle aziende.

#Customer service in miglioramento. Anche in questo caso, si tratta di un must più che di un’opzione, considerato che un nuovo studio del provider Eptica ha rivelato immense lacune al riguardo. Tra i 500 top retailer analizzati, infatti, solo il 20% risponde alle domande via Twitter e il 54% via Facebook. Il tempo di risposta medio, tra l’altro, varia da 27 a 31 ore. Molti problemi poi emergono nel corso di discussioni e interventi pubblici e vengono trattate in modalità condivisa pur non risultando a quest’ultima adeguate. I tempi sembrano comunque maturi per dare vita al cambiamento, con Twitter e Facebook che a fine 2015 hanno messo a punto funzionalità migliorative ad hoc.

 

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