6 must per parlare ai Millennials (e gli errori da non fare)

Una ricerca di NewsCred svela ai brand come connettersi con i giovani della generazione Y, partendo da contenuti più avvincenti.

La netta maggioranza dei Millennials (62%) pensa che il contenuto online possa spingerli ad essere fedeli a un brand, ma il 45% afferma anche che la comunicazione odierna non è abbastanza coinvolgente per portarli a condividere quegli stessi contenuti. A porre in luce il gap di connessione tra marchi e consumatori della generazione Y è una recente ricerca di NewsCred rivolta al territorio statunitense, che grazie alle caratteristiche geograficamente trasversali del target risulta tuttavia di interesse globale.

Ecco allora 10 punti essenziali per farsi ascoltare efficacemente da un segmento destinato a guadagnare crescente potere di acquisto, ma anche gli errori tipici da evitare in ambito di content marketing:

  1. Segmentate il contenuto sulla base degli interessi culturali. Il 63% dei Millennials trova infatti che quest’ultimo sia il parametro più importante per motivarli alla fruizione e allo sharing, ancor più dell’età e della prossimità. Quando un contenuto non ha successo spesso non è quindi sufficientemente mirato in tal senso.

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  1. Rendetevi utili. Per comunicare ai marchi è sempre più richiesto di uscire da un ruolo squisitamente promozionale, veicolando invece ispirazione, intrattenimento, valore educativo e informazioni rilevanti. Il 64% del target risponde positivamente al fattore utilità e il 30% rifiuta apertamente di leggere contenuti che non siano legati all’edutainment.
  1. o-MILLENNIALS-facebookFateli ridere. Essere divertenti, restando sempre ancorati ad autenticità e rilevanza, funziona. Umorismo e autoironia non sono parole a cui guardare con diffidenza, ma gli ambasciatori primari per diventare virali tra i Millennials, che nel 70% dei casi condividono un contenuto perché li fa ridere.
  1. Non siate noiosi e demenziali. Facile a dirsi, meno a farsi. Non si tratta di retorica, ma di una vera e propria esigenza manifesta, con il 60% dei Millennials che si dichiara disposto a condividere un contenuto solo quando questo risulta “provocatorio e intelligente”. L’autoreferenzialità e l’autocelebrazione devono quindi trasformarsi e dissolversi all’interno di un più ampio engagement.

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  1. Corto è meglio per parlare con i giovani della generazione Y, che nel 41% dei casi abbandonano un contenuto o lo scansano direttamente proprio perché è troppo lungo, poco dinamico e incisivo. Bando quindi a uno storytelling prolisso e mancante di immediatezza, che risulta tra gli errori più diffusi.
  1. Andate dove si trovano. Voi su Facebook potrete anche non esserci, ma loro – i Millennials – ci sono e ne fanno il social network principe per lo sharing con il 75,5% delle preferenze. La piattaforma trionfa anche per quanto riguarda la ricerca di contenuti (65%), superata solo da Google (71%).

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