Bialetti prepara il rafforzamento di capitale per crescere nel retail

di Luigi Dell'Olio

L’obiettivo è reperire risorse fresche per finanziare l’espansione retail del gruppo. Bialetti Industrie, nota per le sue Moka, le pentole Rondine e gli elettrodomestici Girmi, ha programmato per giugno un aumento di capitale da 14 milioni di euro. “La generazione di cassa ha consentito nell’ultimo biennio di finanziare l’apertura di una trentina di negozi all’anno, in tutto il territorio italiano -racconta Maurizio Rossetti, chief financial officer della società-. Ora ci rivolgiamo al mercato perché ci sostenga nello sforzo anche per gli anni a venire”. Perché proprio il retail come obiettivo di crescita? “Siamo già presenti in maniera diffusa nell’ingrosso, nella gdo, nel dettaglio qualificato e negli outlet -sottolinea il manager-. L’obiettivo è di completare la copertura del territorio con una serie di negozi a gestione diretta”.

Il coraggio

Una mossa coraggiosa in un periodo caratterizzato da consumi ancora stagnanti sul fronte del mercato interno. “Le aperture realizzate finora ci rafforzano in questa scelta: disponiamo di un brand affermato presso i consumatori finali e registriamo un trend crescenti da parte della clientela internazionale”, aggiunge Rossetti. Che non esclude una futura espansione sul canale del franchising. “Si tratta di una prospettiva che abbiamo già preso in considerazione, ma per attrarre nuovi imprenditori è necessario in primo luogo disporre di una rete importante di proprietà: questo aiuta ad affermare ulteriormente il brand, a dare continuità nei risultati e a generare importanti economie di scala”.

Stato finanziario

Il gruppo di Coccaglio (Bs), controllato al 64,07% da Francesco Ranzone (che è presidente e ad della Bialetti Spa), ha chiuso l’esercizio 2014 con ricavi consolidati per 161 milioni di euro, in leggera crescita rispetto ai 159 milioni registrati dal 2013. Guardando ai diversi segmenti di attività, le maggiori soddisfazioni sono arrivate dal “Moka & Coffemaker” (+8,2%) e dalla divisione “Espresso” (14,7%), costituita dalle vendite di macchine per il caffè espresso e dal caffè porzionato in capsule, mentre il “Cookware” e “Girmi Ped” hanno registrato performance negative rispetto all’anno precedente, rispettivamente del 6,6% e del 7,8%. L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre scorso risulta a quota 85,4 milioni (contro gli 87,3 milioni di dodici mesi prima), quindi su un livello di sostenibilità. Anche perché va considerata la presenza di liquidità per 9,6 milioni (dai 4,3 milioni del 31 dicembre 2013). Il progresso è stato più importante sul fronte del risultato operativo (che sta a indicare il reddito dell’impresa prima della gestione straordinaria e delle imposte), salito del 52,3% a 12,4 milioni di euro. Merito anche di una serie di iniziative messe in campo per contenere i costi della struttura e migliorare l’efficienza della supply chain. Guardando all’ultima riga del bilancio, il risultato netto è stato positivo per 4,1 milioni.

Prospettive

Risultati sostanzialmente in linea con il piano industriale 2013-2017, aggiornato lo scorso anno, che prevede la focalizzazioni sul mercato del caffè, sul retail e sull’estero. Quest’ultima potrebbe essere la sfida per gli anni a venire, considerato che il gruppo genera ancora in Italia il 71% dei ricavi, con il resto d’Europa che incide per il 23% e gli altri continenti al 6%.

 

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