Bilancio 2017, OVS mantiene il volo su buone quote

ovs flagship milano
OVS, approvato il bilancio 2017: vendite nette in aumento del 4% al netto del sell-in alla ex Vögele (al lordo, +12%), l'ebitda rettificato sfiora i 197 milioni di euro (+5,3%) mentre il risultato netto rettificato segna un bel +16%. Interessante il commento di Stefano Beraldo, l'ad, sul contesto di mercato nel quale si è mossa OVS nell'ultimo anno

OVS archivia il 2017 (anno finanziario 1° febbraio 2017-31 gennaio 2018) con vendite nette di 1.525,7 milioni di euro, +12%; se si esclude il sell-in verso Sempione Fashion AG (ex Charles Vögele) l'incremento è del +4%.

L'Ebitda rettificato si è arricchito di quasi 10 milioni di euro (9,8 milioni per l'esattezza) e sale a complessivi 196,5 milioni, +5,3% rispetto all'esercizio 2016.

Il Risultato netto rettificato (106,5 milioni di euro) si alza da terra fino al +16% con 14,7 milioni di euro di euro in più appetto l'anno preterito.

La quota di mercato in Italia guadagna quasi 50 bp salendo al 7,84%.

La Posizione finanziaria netta rettificata è di 317,9 milioni (escludendo il non cash item di -€59,9 milioni relativo all’impatto mark-to-market: per la spiegazione/traduzione vedi nota* in fondo all'articolo).

Nel 2017 la rete del gruppo ha raggiunto un totale di 1.624 punti di vendita (di cui 744 a gestione diretta) aumentando di 151 esercizi. A quel totale si aggiungono i 140 negozi in Svizzera e gli 11 in Slovenia in franchising, convertiti in OVS grazie all’accordo commerciale siglato con Sempione Fashion AG.

Stefano Beraldo

Ecco il commento -e l'ottima sintesi- di Stefano Beraldo, amministratore delegato:

"Consumi italiani ancora deboli da un lato, settore soggetto a profonde trasformazioni dall’altro, situazione climatica non favorevole ed elevate presenze di stock presso la concorrenza e forti promozioni, hanno comportato un 2017 caratterizzato da un mercato dell’abbigliamento italiano in contrazione dell’1,3%, e molto volatile, con i mesi di ottobre e gennaio in forte regresso (rispettivamente -8,6% e -5%). Ancor più significativa la discesa  del mercato dell’abbigliamento in Svizzera, mercato di riferimento del principale franchisee di OVS, Sempione Fashion AG (ex Charles Vögele), dove l'arretramento nel 2017 è stato addirittura pari a -5,2%. Entrambi i mercati sono stati sottoposti a una significativa pressione sui margini, conseguenza di un ulteriore aumento di competizione dei diversi attori, e di una diminuzione del traffico nei negozi in parte dovuta alla crescita del canale online".

"Il 2017 è stato un anno eccezionale per il Gruppo OVS -aggiunge Beraldo- in termini di crescita internazionale -precisa Stefano Beraldo- escludendo l’accordo commerciale con Sempione Fashion AG, le superfici di vendita del brand OVS sono aumentate del 43%, con l’espansione in 8 nuovi mercati, 62 nuovi negozi (di cui 14 full-format) principalmente in franchising, e il consolidamento del mercato spagnolo, che conta, a chiusura esercizio, 50 negozi su un totale di 238 in 33 paesi esteri. Ad oggi, le aperture in Italia e nei paesi frutto di crescita organica, dalla Spagna all’Arabia Saudita, dall’Iran ai Balcani, performano in linea o al di sopra delle aspettative. Il mercato svizzero invece si sta dimostrando più difficile del previsto, necessitando di maggiori tempi in ragione tanto dell’attuale difficile momento del mercato stesso, quanto della necessità di un radicale cambiamento della customer base ora certamente ringiovanita".

Le vendite eCommerce nel 2017 sono proseguite in linea con le attese, raddoppiando rispetto al 2016, sia grazie al sito OVS sia con il contributo dei marketplace europei. "L‘attenzione alla multicanalità e il miglior servizio al cliente -precisa Beraldo- ha contribuito, tra l’altro, a un incremento del tasso di conversione in-store del +4,7%. Gli investimenti fatti dal Gruppo durante il 2017, con l’introduzione di un nuovo Digital Transformation Director e di un nuovo Crm manager testimoniano il chiaro percorso intrapreso dalla società in tal senso".

Entrando nel dettaglio dei risultati Beraldo aggiunge: "Nonostante il difficile contesto, i risultati del Gruppo sono stati ragguardevoli. Le vendite a parità del Gruppo OVS in Italia sono state piatte per tutto il 2017, subendo poi una contrazione in gennaio causata da un mercato fortemente in calo e che ha portato le vendite a parità totali dell’anno fiscale 2017 in territorio leggermente negativo (-1,1%). Il 2017 è proseguito nel percorso di consolidamento del mercato domestico tramite la crescita di entrambi i marchi (Ovs e Upim, ndr), rafforzando il ruolo di leadership in Italia e incrementando ulteriormente la quota di mercato, da 7,37% a 7,84% in un anno. Abbiamo inoltre sviluppato la presenza dei nostri marchi nei mercati internazionali. La crescita organica realizzata attraverso l’espansione del network preesistente ha portato le insegne del Gruppo a raggiungere un totale di 307 negozi all’estero, per un fatturato realizzato nel 2017 pari 58,8 milioni di euro, in crescita del 34% rispetto all’anno precedente. A questa si è aggiunta la conversione dei negozi svizzeri e sloveni di Sempione Fashion AG (precedentemente Charles Vögele)".

"Il 2017 -prosegue Beraldo- è stato l’anno dell’accelerazione della crescita economica e di un primo accenno alla ripresa dell’inflazione in Europa. La crescita del Pil dell’eurozona si è attestata a +2,3%. L’economia Italiana nel 2017 ha dunque proseguito il consolidamento della ripresa vista l’anno precedente, chiudendo con il Pil in aumento dell’1,5% (+0,9% nel 2016), ma dimostrando ancora non poche incertezze di natura politico-economica soprattutto in chiusura d’anno e all’inizio d’anno nuovo, principalmente a causa delle elezioni politiche. La ripresa a livello macroeconomico si è tradotta parzialmente in una ripresa dei consumi che tuttavia non ha interessato il settore dell’abbigliamento, calato del -1,5%".

GLI SCENARI, SECONDO BERALDO

"Il nostro settore sta vivendo un momento di trasformazione rapida, profonda e strutturale -aggiunge Beraldo-. Molti nostri concorrenti, presenti e non nel territorio italiano, stanno da tempo registrando risultati scoraggianti e questo ci fornisce un più forte pungolo a continuare nel costante processo di miglioramento del modello di business. Alcuni cambiamenti possono ritenersi epocali, come i nuovi paradigmi del segmento value (o forse sarebbe meglio dire super-value) che caratterizzano business unicamente sostenuto dai volumi, con nuovi e minori posizionamenti prezzo, o come la rivoluzione digitale e multicanale, che ha comportato nuove sfide per la rete di vendita fisica. Altri cambiamenti saranno più graduali, ma non per questo meno significativi, come la sempre maggior attenzione alla sostenibilità del business e all’economia circolare. La risposta a questi e ad altri cambiamenti non è solo una, e richiede la capacità di essere agili, reattivi, capaci di trasmettere chiaramente ai propri clienti il motivo per essere scelti in via privilegiata rispetto ad altri. I prezzi competitivi sono necessari, ma non si possono più ritenere sufficienti. I negozi devono essere più attraenti. Il processo di digitalizzazione è indispensabile non solo per sostenere le relazioni multicanale con il cliente finale, ma anche per accelerare ed implementare i processi interni, dalla pianificazione alla distribuzione. La supply chain deve essere sempre più flessibile e reattiva, avvicinandosi sempre più a un modello completamente pull, capace di soddisfare tutte le esigenze dei clienti, talvolta anticipandole".

* NOTA

OVS acquista la maggior parte della merce in Usa, e pertanto utilizza strumenti di copertura operativi a termine per garantire costi di acquisto merci non influenzati da oscillazioni sui cambi. I principi contabili richiedono la valutazione mark-to-market degli strumenti utilizzati e l’impatto contabile è dovuto al rafforzamento dell’Euro nei confronti del Dollaro registrato nella seconda parte dell’anno. La scrittura di costo pertanto è un non cash item derivante dal differenziale tra il cambio di copertura della merce prevista in acquisto principalmente nel 2018 in dollari americani e il cambio effettivo euro/dollaro al  31 gennaio 2018.

 

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