Calano le imprese in agricoltura e commercio

Analisi – Secondo i dati diffusi da Unioncamere, nel primo trimestre 2008 è diminuita la vitalità delle aziende, con 21mila unità in meno rispetto al 2007

Rallenta il dinamismo delle imprese nei primi tre mesi del 2008: 21mila aziende in meno tra gennaio e marzo, con una diminuzione dello 0,36%, contro il -0,23% del 2007. Questi sono i dati più rilevanti diffusi da Unioncamere. La battuta d'arresto più sensibile si registra nel Nord-Est (-0,59%), mentre resiste meglio degli altri il Centro (-0,07%) per merito del Lazio, unica tra le 20 regioni a chiudere il trimestre in crescita, +0,19%.

All'estremo opposto, la Puglia registra il bilancio regionale più pesante, con 3.500 imprese in meno. Tra i settori, l'agricoltura (13mila unità) e il commercio (quasi 12mila) pagano il prezzo più salato alla dinamica negativa d'inizio anno. I saldi positivi si concentrano nei servizi alle imprese e nelle costruzioni.

Il quadro generale
Il primo trimestre dell'anno consegna tradizionalmente un bilancio negativo perché riflette l'accumularsi di cessazioni contabilizzate a gennaio, ma riferibili agli ultimi giorni dell'anno precedente. La serie storica dei primi trimestri dal 2000 ad oggi evidenzia la retromarcia del 2008, perchè le imprese hanno invertito un trend positivo durato ben sei anni, segnando 11.787 nascite in meno rispetto al 2007. La contenuta vitalità del sistema imprenditoriale viene confermata dalla diminuzione delle cessazioni. Come conseguenza dei due flussi d'entrata e uscita dal sistema, lo stock complessivo d'imprese registrate alla fine dello scorso marzo contava oltre sei milioni d'unità.

Le forme giuridiche
Il rallentamento si riflette su tutte le tipologie di forme giuridiche. Restano con segno positivo le società di capitale (+1,05% pari ad oltre 12mila imprese in più in tre mesi, comunque il valore più basso dal 2000 ad oggi). È da segnalare il progresso consistente delle cooperative, aumentate del 2,83% nel trimestre. Le perdite più consistenti si concentrano nelle ditte individuali (31.252 imprese in meno, il 39% delle quali artigiane), mentre più contenuta è la riduzione nel numero di società di persone (4.539 unità).

Le dinamiche territoriali
In termini assoluti, tutte le zone territoriali registrano saldi negativi. L'arretramento maggiore riguarda il Mezzogiorno, che perde 9.877 unità, seguito dal Nord-Est (-7.232) che, però, risulta l'area più penalizzata in termini percentuali: -0,59% la riduzione dello stock. Il Nord-Ovest (-3.865 imprese) e soprattutto il Centro (-840), limitano in qualche modo i danni. Il saldo negativo del Nord-Ovest, per la maggior parte, è dovuto al settore artigiano (-89%). Meno rilavante, ma significativo, è il peso dell'artigianato nei risultati del Nord-Est (-59%) e del Mezzogiorno (-31%).

Approfondendo l'analisi a livello provinciale, solo sette province (nell'ordine in termini percentuali si tratta di Roma, Milano, Crotone, Grosseto, Macerata, Latina e Catanzaro) chiudono il trimestre con saldi positivi. Il disavanzo più consistente (-2.168 imprese) si registra a Bari, seguita da Treviso (-745) e Vicenza (-742). Con riferimento alle sole imprese artigiane, le province in attivo si riducono a sei (Crotone, Pavia, Roma, Catania, Ragusa e Lodi).

I settori di attività
Agricoltura (-13.068 imprese), commercio (-11.584) e attività manifatturiere (-4.540) sono i settori che accusano le più consistenti riduzioni in termini assoluti. Rimangono solidi, pur in un quadro difficile e in rallentamento, i servizi alle imprese (attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca) che mettono a segno un incremento di 3.186 unità. Anche il comparto delle costruzioni, tra gennaio e marzo, è aumentato di 929 aziende. Quanto alle imprese artigiane, l'arretramento più consistente riguarda le attività manifatturiere (-5.012 imprese).

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