Caprotti vende

Bernardo Caprotti Presidente Esselunga
Bernardo Caprotti Presidente Esselunga
Bernardo Caprotti Presidente Esselunga
Bernardo Caprotti Presidente Esselunga

L'Esselunga passa in mano agli stranieri. Così le indiscrezioni di questa mattina sulla stampa, che riferiscono di un pool di acquirenti tra i quali non vi sarebbe nessun italiano. Un valore di sei miliardi di euro e 22 mila dipendenti, nel 2015 un fatturato di 7,3 miliardi di euro in crescita a una velocità doppia rispetto al mercato, il 4,3% invece del 2,4%, Esselunga verrà venduta dall'imprenditore 91 enne in rotta con i figli e la famiglia. Lunedì 12 settembre il consiglio di amministrazione dell'azienda darà mandato all'americana Citigroup per la selezione delle manifestazioni di interesse nell'acquisto della quota di controllo: tra gli aspiranti ci sono il fondo di private equity Blackstone, interessato al 60% con un'opzione sulla quota rimanente, ma a quanto pare meno interessato agli stabili, per i quali si prospetterebbe lo scorporo; poi l'inglese Cvc, che sarebbe interessato all'acquisto del 100% di Esselunga, e probabilmente anche Walmart, che aveva sondato il terreno addirittura nel 2004, e Carrefour.

11 COMMENTI

  1. Noi Italiani siamo bravi a far crescere le imprese e poi passare il successo a proprietari stranieri! Purtroppo è come perdere sempre più un pezzo di noi. Ma si sa…il business viene prima… se fossimo più lungimiranti i piani di crescita e sviluppo resterebbero in casa.

  2. Di che meravigliarsi? E’ da tempo che l’italia, abdicando a se stessa, si è messa alla mercé del miglior offerente. Noi ci cibiamo di belle chiacchiere vuote e fumose invece di mantenere i piedi per terra.

  3. Fatti alla mano sulle esperienze di imprenditori italiani meglio stranieri capaci che imprenditori italiani incapaci ( vedi Prodi ….) e compagnia bella!!! Infatti non credo che per Caprotti sia una questione di vendere al miglior offerente, alla sua età e senza dover preoccuparsi di sistemare i figli. Credo sia più una questione di lasciare un colosso che funziona a persone che diano questa continuità, perché quando crei qualcosa così grande se te la fanno fallire è come se uccidessero una parte di te. Parola di una piccolissima imprenditrice.

  4. ma a chi dice che l’Italia ha abdicato a sé stessa farei notare due cose:
    1. è un privato che vende e si sa perché non venderà mai ad un gruppo italiano
    2. se gli stranieri sono pronti a comprare vorrà ben dire che non facciamo poi così schifo e che si può continuare a fare impresa anche qui

  5. sara’ un incognita o va bene o va male il mercato estero e’ diverso da quello italiano wall mart insegna dopo la fuga dal mercato europeo non e’ detto che gli stranieri siano meglio….

  6. Ho avuto il privilegio di lavorare per un lungo periodo a fianco del Dottore. Sono certo che se venderà lo farà solo per avere più sicurezze di mantenere viva quella cosa così complessa e delicata che è la Sua impresa, con particolare attenzione a tutte le persone che ci lavorano, da quella con l’incarico più umile ai vertici. Non sarà per denaro ma per amore. Un ultimo gesto importante di un piccolo grande uomo, poco compreso dal potere e molto amato da chi lo ha conosciuto da vicino. Buona fortuna, Dottore, Roberto

  7. Sento di cogliere questo insegmanento, al di là del potere, del business, delle discordie: è importante continuare a proteggere ciò che si è creato ed in cui si crede!

  8. ma perche’ la vendita di Milan e l’Inter viene vista positivamente e giudicata foriera di nuovi successi e la vendita dell’Esselunga e’ una perdita per l’Italia?
    Una nuova classe di industriali, spesso figli mantenuti e coccolati, che considera un guadagno immediato la soluzione migliore oppure genitori che li reputano incapaci di gestire l’azienda costruita in anni di sacrifici…
    Se c’e’ un acquirente si vende sempre.
    Il prezzo… la perdita della storia di tutti noi. La domanda… un popolo senza storia e’ destinato ad avere un futuro?

  9. La mia riflessione è un’altra: leggo tanti commenti e mi chiedo come si possano fare tante affermazioni senza sapere nulla, se non la biografia del Caprotti. E poi: ma sarà libero e sereno un imprenditore alla veneranda eta’ di dire, sono partito da cento lire e sono diventate x milioni di euro? Ma quando qualcuno va in pensione….non abdica a favore di un consolante TFR?…..

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