Per il Censis il consumatore italiano uscito dalla crisi è caratterizzato da iperinformazione, cambia volentieri punti di vendita in base alla convenienza, combina abilmente i canali d'acquisto in ottica multi/omnichannel, è attento non solo al prezzo, si orienta sempre più su prodotti salutistici, etici, di pregio

Dalla ricerca Censis (Lo sviluppo italiano e il ruolo sociale della distribuzione moderna organizzata), emergono ancipiti segnali di tendenza rassicuranti e positivi da un lato.
Abbiamo detto ancipiti, perché la spesa in consumi is back again, è in ripresa, ma il consumatore esce dalla crisi con un profilo molto cambiato. L'identikit presenta i seguenti tratti peculiari di riconoscimento: il consumatore è iperinformato, infedele al punto di vendita, scaltro combinatore di canali d'acquisto diversificati, attento non solo al prezzo, amante di consumi salutistici, etici, di pregio.
Unico elemento "non mosso" (ossia, invariato) della fotografia: la Dmo-distribuzione moderna organizzata resta il luogo d'elezione dove fare la spesa, dall'alimentare ai più svariati settori della spesa non-food (abbigliamento, arredamento, bricolage, giardinaggio, profumeria, cosmetica).
Breve nota di servizio: l'acronimo Dmo (Distribuzione moderna organizzata) è usato da  Adm come sinonimo del più noto "Gdo": gli acronimi Dmo/Gdo indicano tutto il settore del "retail (moderno) a libero servizio" nelle sue molteplici declinazioni e aggregazioni dimensionali: supermercati, ipermercati, centri commerciali, grandi magazzini e grandi superfici specializzate.

Identikit del consumatore
Il 60,3% degli italiani che si rivolgono alla Gdo (o Dmo, secondo l'acronimo usato da Censis) per fare la spesa alimentare è infedele sia al punto di vendita sia all'insegna della catena: acquista dove più conviene.
La quota di consumatori non fedeli sale al 74,7% per abbigliamento, calzature, accessori; al 72,2% nell'arredamento, al 70% nell'elettronica di conumo e telefonia, e resta comunque alta nel bricolage e giardinaggio (64,2%), nella cosmesi, profumeria, igiene personale (63,2%), nelle attrezzature sportive (59,9%) e nei prodotti per la casa (58,6%).

Italiani iperinformati, ascoltano i social network
Sono 31,7 milioni gli italiani maggiorenni che nell'ultimo anno hanno letto sui social network e sui blog i giudizi relativi ai prodotti per decidere se e che cosa acquistare (10,7 milioni si rivolgono regolarmente a questi canali).
Il consumatore diventa produttore di informazioni, con 20,4 milioni di italiani (6,2 milioni regolarmente) che hanno postato su siti web o social network commenti personali e/o raccontando le proprie esperienze su prodotti, spese, luoghi di acquisto.
Il nuovo consumatore utilizza abilmente sia i canali informativi tradizionali, sia il mondo del web: 46,8 milioni di italiani (29,7 milioni regolarmente) sono venuti a conoscenza di promozioni e offerte dai volantini cartacei, e 26,7 milioni (10,7 milioni regolarmente) da app scaricate sugli smartphone.

5,4 milioni di italiani acquistano regolarmente su Internet
e ritirano nei punti di vendita
Sono 30,5 milioni gli italiani (8,8 milioni regolarmente) che nell'ultimo anno hanno visto o verificato un prodotto nei negozi fisici, acquistandolo successivamente da siti Internet.
Gli italiani che, al contrario, hanno ritirato nei punti di vendita fisici prodotti ordinati in precedenza sul web, sono 19,6 milioni (5,4 milioni regolarmente).
Sono 14,4 milioni (5,7 milioni regolarmente) i destinatari di consegne a domicilio della spesa ordinata per telefono o su siti di eCommerce.
Lo shopping tradizionale è sempre il preferito: 46,6 milioni di italiani (24,5 milioni regolarmente) hanno acquistato senza preponderanti e dirette intermediazioni digitali, guardando le vetrine dei negozi (ed entrandovi, se è il caso).
Nel complesso, siamo di fronte a indicatori che manifestano una tendenza combinatoria di fisico e virtuale che potenzia le facoltà individuali di valutazione e di scelta.

La Dmo come garante del "welfare dei consumi"
"La soggettività nomadica, sfuggente, scaltra, pronta a giocare su più tavoli, del nuovo consumatore trova nella distribuzione moderna organizzata il punto di riferimento degli acquisti" commenta la ricerca Censis. Le ragioni sono molteplici. In primis, la convenienza: il 91% degli italiani (il 94,6% fra le persone a basso reddito) ritiene importante fare la spesa nei punti di vendita retail a libero servizio per mantenere il proprio tenore di vita; "senza il fattore convenienza, per il 25,9% degli italiani il loro tenore di vita sarebbe crollato in questi anni di crisi" nota il Censis, aggiungendo che "qui (nella Dmo, ndr) gli italiani hanno trovato il loro «welfare dei consumi»").
Secondo la ricerca Censis, il retail a libero servizio risponde alle nuove esigenze di consumi salutistici, etici e di qualità: 46,1 milioni di italiani (17 milioni regolarmente) acquistano nei supermercati prodotti Dop e Igp; 39,8 milioni (13,5 milioni regolarmente) vi scelgono i biologici (carne, frutta e verdura); 38,6 milioni (9,4 milioni regolarmente) comprano gli alimentari del commercio equo e solidale; 25 milioni (8,7 milioni regolarmente) acquistano prodotti per particolari esigenze dietetiche (gluten free o per l'infanzia), e 31,7 milioni (5,9 milioni regolarmente) si orientano su prodotti etnici.
I punti di vendita della Dmo soddisfano anche le esigenze di consumo nella gamma medio-alta: 42,2 milioni di italiani (12,9 milioni regolarmente) acquistano, per esempio, nei supermercati vini e formaggi pregiati.

Il punto di vendita del futuro
Le aspettative degli italiani per il futuro in materia di shopping mettono al centro la Dmo anche per nuovi prodotti e servizi a prezzi competitivi (parafarmaco, carburanti, polizze assicurative: secondo il 43,8%), coupon personalizzati da scontare subito alla cassa (42,3%), personale preparato e disponibile che aiuti a capire e scegliere velocemente (33,3%), modalità più rapide e semplici di pagamento (29,2%), orari di apertura più flessibili e prolungati (ore serali, domeniche, festivi: 25,9%), offerte personalizzate recapitate in tempo reale sullo smartphone (21,4%), disponibilità di servizi utili (posta, banca, lavanderia: 21,1%), wi-fi (17,8%).
Poter scegliere in modo sempre più informato, in un quadro di consumo personalizzato: per Censis questo è l'orizzonte verso il quale dovrà viaggiare la distribuzione moderna organizzata 4.0.

Un po' di credits
La ricerca è stata presentata a Roma da Francesco Maietta, responsabile area politiche sociali Censis, e commentata da Giorgio Santambrogio, presidente di Adm, Giovanni Toti, presidente di Regione Liguria e vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Renato Brunetta, membro della Commissione bilancio e tesoro della Camera dei Deputati, Massimo Mucchetti, presidente della Commissione industria, commercio e turismo del Senato, Yoram Gutgeld, Commissario straordinario per la razionalizzazione e revisione della spesa, Andreas Kipar, urbanista, e Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis.

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