Con i nuovi istituti di pagamento la Gda va a sfidare le banche?

Opportunità – L’Ue si attende vantaggi di oltre 120 mld di euro dalla liberalizzazione nella payment area. (Da MARK UP 187)

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1.
Abbattimento dei costi di transazione cross-border
2. Nuove opportunità
per gli operatori

3. Da valutare le barriere di ingresso

Il 1° marzo 2010 è entrato in vigore il D.Lgs. n° 11 del 27 Gennaio 2010, che recepisce la direttiva europea 2007/64/CE relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno (Payment service directive - Psd). Con questo provvedimento vengono abbattute alcune potenziali barriere all'ingresso di nuovi operatori nell'arena dei sistemi di pagamento. Si veda a tal proposito anche quanto pubblicato su MARK UP n. 186.

La Banca d'Italia ha emanato due provvedimenti attuativi delle disposizioni introdotte nel Tub (Testo Unico Bancario) dal decreto legislativo. Il primo, “Disposizioni di vigilanza per gli istituti di pagamento” abilita una nuova categoria di operatori (gli istituti di pagamento appunto, o payment service provider) all'offerta dei servizi di pagamento all'interno dell'Unione Europea, e il secondo “Disposizioni in materia di trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari. Correttezza delle Relazioni tra intermediari e clienti” che ridefinisce l'offerta dei servizi di pagamento al cliente finale rendendola più trasparente.

Lo stimolo

Queste novità inquadrano dal punto di vista legislativo il processo Sepa (Single Euro Payments Area) di integrazione dei sistemi di pagamento nel mercato europeo, volto a garantire un maggiore livello di qualità e concorrenza nel mercato dei servizi di pagamento. Dal 2002 è stato infatti fornito ai cittadini dell'area euro lo strumento per effettuare pagamenti in contanti per mezzo di un'unica moneta. I benefici derivanti dalla riduzione dei costi di transazione non hanno tuttavia potuto manifestarsi appieno, poiché i pagamenti con strumenti diversi dal contante continuano a essere effettuati con modalità, standard tecnici e regimi giuridici diversi a seconda dei paesi. L'obiettivo finale della Sepa è quello della realizzazione di un sistema integrato di circolazione della moneta. Questo genererà l'abbattimento dei costi delle transazioni cross-border e stimolerà concorrenza e innovazione.

I vantaggi

Da uno studio della Commissione Europea è emerso che “…i potenziali vantaggi della Sepa solo nei mercati dei pagamenti potrebbero ammontare a oltre 123 miliardi di euro in sei anni…” se il passaggio ai nuovi strumenti sarà rapido e gli operatori coglieranno tale opportunità per ampliare la propria presenza nella catena del valore e potenziare la leva di fidelizzazione. I consumatori invece riceveranno i benefici generati dalla possibilità di poter meglio confrontare qualità e prezzi dei servizi di pagamento, scegliere tra diversi operatori, conoscere con maggiore precisione i tempi e i costi dei pagamenti ecc. Inoltre, il crescente fabbisogno di strumenti elettronici di pagamento contribuirà a ridurre i loro costi unitari di produzione e gli oneri che gli operatori sostengono per la lavorazione del contante e degli assegni.

Lo scenario disegnato dal decreto e dalle successive Istruzioni Banca d'Italia rappresenta una grande opportunità per gli operatori della Gda, che potendo affiancare la nuova figura dell'Idp alla loro attività tipica, saranno in grado di emettere propri strumenti di pagamento e ottenere un'ampia serie di benefici sia in termini di risparmio dei costi di transazione sia in termini di potenziamento delle fonti di ricavo, oltre alla possibilità di implementare servizi a valore aggiunto (e-ticketing, e-billing, servizi alla mobilità, etc.), anche mediante la creazione di specifiche applicazioni per acquisti via web o da cellulare. Si otterrà inoltre un miglioramento di natura operativa, tramite la progressiva riduzione della gestione (“handling”) del contante, e soprattutto un potenziamento dei sistemi di Customer relationship management (Crm) e di profilazione della clientela, che tramite una maggiore conoscenza delle abitudini commerciali e finanziarie dei clienti, consentiranno lo sviluppo di un più alto livello di fidelizzazione.

Lo scenario

Si profila un panorama in cui le componenti principali sono rappresentate da un processo di evoluzione dell'attività imprenditoriale e dall'ingresso in un territorio che presenta senza dubbio una sfida industriale: le banche certamente non resteranno a guardare… Vengono offerte nuove e potenti leve di fidelizzazione (attraverso un ampliamento della gamma dei servizi offerti) e di conoscenza del cliente accompagnate da condizioni di risparmio di costi. Però sarà necessario accelerare le fasi preliminari poiché solo i first mover saranno in grado di acquisire le maggiori quote di mercato e di specializzarsi nell'esercizio delle nuove funzioni.

L'imprenditorialità
in forma separata

Le disposizioni di vigilanza sopra richiamate, definiscono la disciplina applicativa degli istituti di pagamento definiti come “le imprese, diverse dalle banche e dagli istituti di moneta elettronica (Imel), autorizzate a prestare servizi di pagamento” e prevedono, a condizione che le due attività rimangano dal punto di vista amministrativo e contabile strettamente separate, la possibilità di affiancare l'attività degli istituti di pagamento (di seguito Idp) a un'attività tipicamente imprenditoriale, previa creazione di un patrimonio appositamente destinato. L'ingresso nel mercato è comprensivo di alcuni vincoli che non costituiscono una barriera insormontabile, quali, a titolo esemplificativo:

  • l'assunzione di forma di società di capitali;
  • requisiti minimi di capitale - pari a € 125.000;
  • requisiti dei partecipanti al capitale - indipendenza e onorabilità;
  • requisiti degli esponenti aziendali - indipendenza, onorabilità e professionalità.

Nelle fasi di autorizzazione e di svolgimento dell'attività operativa sarà la stessa Banca d'Italia a svolgere il compito di organo di vigilanza.

Cosa si può fare

Quali sono le attività che nello specifico potranno effettivamente svolgere gli istituti di pagamento? In tal senso, il provvedimento di Banca d'Italia risulta piuttosto chiaro:
“Gli istituti di pagamento:

1. prestano servizi di pagamento;

2. detengono i fondi della clientela, ricevuti per la prestazione di servizi di pagamento, in conti di pagamento utilizzati esclusivamente per le operazioni di pagamento;

3. mantengono le informazioni contabili relative ai servizi di pagamento prestati separate rispetto a quelle relative alle altre attività eventualmente esercitate”.

A queste attività sono accompagnate attività di natura accessoria e operativa strettamente connesse con i servizi di pagamento prestati (garanzia dell'esecuzione del pagamento, servizi di cambio ecc.) oltre alla possibilità di concedere finanziamenti.
Sui quali tuttavia vengono imposti rigidi limiti in termini di:
I. durata (non superiore a 12 mesi a meno che non concessi per mezzo di pagamenti tramite carta di credito),
II. requisito di accessorietà rispetto al servizio di pagamento prestato,
III. leva finanziaria, che non prevede l'utilizzo dei fondi ricevuti o detenuti ai fini dell'esecuzione di un'operazione di pagamento,

IV. consistenza del patrimonio di vigilanza pari al 6% dei finanziamenti concessi (in aggiunta a quello richiesto a fronte dei volumi di pagamento transati).

*Macfin Group

Giornata informativa

Il giorno 27 aprile si terrà in Milano, presso l'Hotel Cavalieri, un seminario sulle principali tematiche legate all'avvio di un istituto di pagamento. Il seminario è organizzato da Macfin Group e da Studio Orrick. La partecipazione è gratuita, previa registrazione e disponibilità dei posti.

La Banca d'Italia preme sul controllo degli outsourcer

Quale leva di accelerazione per lo start-up degli Idp, la Banca d'Italia ha considerato anche l'esternalizzazione delle funzioni operative ponendo però una forte attenzione sulla competenza e professionalità del relativo outsourcer, sulla necessità dei controlli interni da parte dell'Idp che resta responsabile della mancata esecuzione dei servizi di pagamento e sulla presenza di specifici strumenti contrattuali e condizioni che garantiscano il corretto svolgimento dell'attività dell'istituto.
La Banca d'Italia ha messo in condizione di ricercare all'esterno le competenze evidentemente non presenti in società abituate a fare distribuzione e non attività bancarie, ma allo stesso tempo richiede che l'attività di questi ultimi sia costantemente oggetto di un suo controllo al fine di garantire la tutela del cliente finale e il corretto svolgimento dei servizi di pagamento.

Competenza
Le nuove disposizioni legislative hanno fornito tutti i mezzi necessari all'ingresso dei nuovi operatori nell'arena dei pagamenti, senza porre invalicabili barriere all'ingresso, con l'obiettivo di generare un maggiore livello di concorrenza, ma allo stesso tempo richiedendo un alto livello di competenza.



Allegati

187-MKLAB-PsdGda
di Aldo Brugnoli / aprile 2010

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