Confagricoltura: pronti (quasi) per una filiera della birra totalmente italiana

Gli agricoltori italiani sono pronti a dare il proprio contributo ad una filiera della birra interamente italiana e sostenibile, dalle materie prime quali orzo e mais, fino alla bottiglia acquistata dal consumatore. “In questa direzione c’è grande interesse da parte delle aziende birraie -ha affermato Mario Guidi, presidente di Confagricoltura intervenendo all’incontro Promosso a Milano da Heineken-.  E Heineken può essere partner strategico in questo percorso, dove è fondamentale la collaborazione tra agricoltura e industria, dal momento che il 70% della birra venduta e consumata in Italia è di produzione nazionale”.

C’è ancora spazio per migliorare il contributo agricolo a una filiera della birra tutta italiana. "Insieme ad Assobirra ci stiamo organizzando per il luppolo, fino ad ora proveniente tutto dall’estero, con un progetto di selezione e caratterizzazione di varietà adatte alla coltivazione in Italia. Potremmo produrre più malto da orzo nazionale per il mercato della birra". Serve anche  una maggiore capacità di trasformazione in Italia. “Per aumentare la produzione interna  ci vorrebbe una malteria industriale nel Nord che si affianchi alle due nel Lazio e Basilicata, che oggi trasformano le 100 mila tonnellate di orzo prodotte in Italia. Gli agricoltori sarebbero pronti a coltivare maggiori quantità di orzo distico anche al Nord, utilizzando le varietà richieste dall’industria”. Attualmente oltre il 60% dell'orzo è importato da Paesi UE (in primis da Francia e Germania). Ciò non facilita la messa a punto di quella tracciabilità delle materie prime che è alla base di una filiera geograficamente caratterizzata.

 

 

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