Contro le bollette a 28 giorni

Gli opinionisti di Mark Up (da Mark Up n. 264)

Il caso è noto: da qualche mese i principali operatori della telefonia hanno modificato la periodicità nell’invio delle bollette portando la fatturazione da mensile (com’è tradizionalmente) a settimanale. In pratica hanno deciso di inviare una bolletta ogni 28 giorni: ciò significa che l’anno diventa di 13 mensilità con rincari in media dell’8,6%. L’Unione Nazionale Consumatori ha scatenato una guerra senza quartiere contro questi aumenti e la nostra campagna #nofattura28giorni sta incontrando grande successo. Perché, se aumentare i costi del servizio è del tutto legittimo, ciò che più scandalizza è che Tim, Vodafone, WindTre (e adesso anche Sky-Italia) hanno scelto di farlo con modalità surrettizie: invece di assumersi la responsabilità di annunciare un ritocco dei prezzi, hanno invece modificato furbescamente la periodicità della fatturazione. Su questo attendiamo a breve la pronuncia dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato alla quale ci siamo rivolti, anche per capire se sia normale che tutti i maggiori operatori si siano allineati nel giro di pochi mesi. Quel che possiamo sancire fin da ora, invece, è il giudizio amaro sull’etica d’impresa ogni qual volta si “froda” il consumatore con aumenti fraudolenti. Storia non nuova purtroppo anche nel settore della gdo dove sarà pur capitato che un produttore/distributore di alimentari, decida da un giorno all’altro di presentare sullo scaffale lo stesso prodotto di sempre, come  confezione e prezzo, ma riducendone la quantità di prodotto all’interno. Risultato: il consumatore, non abituato (ahinoi) a leggere il prezzo al chilo, finisce per non accorgersi dell’aumento camuffato.

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