Cosa mangeremo in futuro? Tutti i trend dell’alimentare da #Cibo2038

Da nuovi vegetali di terra a quelli di mare come le alghe, passando per farine di insetti e cibi di laboratorio. Nel nostro piatto ci sarà il novel food (se ben comunicato) ma anche referenze più green, tracciabili e con packaging smart

La popolazione aumenta esponenzialmente e continuerà a farlo. Cosa mangeranno e cercheranno a scaffale, allora, i consumatori (delle aree privilegiate) nel prossimo futuro?
A rispondere è stato il convegno #cibo2038 organizzato da Mark Up e Gdoweek, moderato dalla direttrice dei magazine Cristina Lazzati e andato in onda nell'ambito di Cibus 2018. A seguire un focus sull'alimentare con gli esperti, qui le risposte dei retailer su negozio, eCommerce e mdd.

Una delle previsione ormai più consolidate sull'alimentare del futuro è: novel food. Quindi sì a farine di insetti, cracker di grilli, nuove specie di vegetali di terra e di mare (in sintesi: le alghe), ma anche a cibi di laboratorio: questi le 4 macro aree di sviluppo.

Tutto questo, però, a patto che sappia comunicare le nuove referenze correttamente, con appeal e giusto marketing, ricordando che mangiare è oggi più che mai un atto culturale ed espressione dell'identità, come ricorda Caterina Schiavon, sociosemiologa KKien.

Quindi no a immagini dall'impatto impressionante, per non dire raccapricciante, che rischiano di attrarre solo qualche curioso e creare in maggioranza resistenza alla nuova categoria alimentare. Sì, invece, a packaging accattivanti e dall'aria green (vedi foto sopra).

Parlando proprio di packaging del futuro, anche in questo caso è bene iniziare fin da ora a cucire vestiti diversi per le referenze del domani. Se nel contenuto dei prodotti cercheremo più tracciabilità, sostenibilità, trasparenza di filiera e qualità territoriale (trend che soprattutto in Italia si confermeranno in parallelo "al nuovo" dei novel food), lo stesso avverrà infatti per la loro confezione esterna.

Come spiega Alessandra Iovinella, managing director di Future Brand, il packaging dovrà essere sempre più smart a 360 gradi. Il consumatore sarà, ad esempio, sempre meno disposto a spendere di più per la referenza a causa di pack elaborati che finiscono poi comunque nel bidone. Non vorrà percepire che gli viene fatto pagare il costo di un imballaggio, magari neanche eco-compatibile.

Le confezioni dovranno essere anti-spreco in tutti i sensi, anche in termini di tempo e spazio, con formati monoporzione o comunque ottimizzati per frigo e case più piccole. Dovranno essere pack parlanti, che danno le informazioni richieste, e che possibilmente possano essere riutilizzati e riempiti di nuovo.

Tutto questo per dialogare con quelli che oggi sono Millennial e Centennial dai tratti generazionali diversi e caratterizzanti.

Scarica gli atti del convegno compilando il seguente form:

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