Cresce il fastidio nei confronti dell’Ue, tuttavia …

Unione Europea – Gli opinionisti di Mark Up: di Mariano Bella - Confcommercio
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Mariano Bella

Cresce il fastidio nei confronti dell’Ue, tuttavia ...

di Mariano Bella - Confcommercio
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Vi sono buone ragioni per essere scontenti di quest’Europa. Però, vi sono ottime ragioni per continuare a parteciparvi e per sostenere un’istituzione politica che ha fatto, e bene, una parte importante nella nostra storia. Leggiamo alcuni dati relativi all’Italia ricostruiti a partire da un recente lavoro di A. Baffigi. Dal 1861 al 2015 il Pil reale per abitante è cresciuto a un tasso medio annuo dell’1,6%. Dall’Unità al 1945 la variazione media è stata dello 0,1%, dal 1946 a oggi del 3,5%, cioè 35 volte di più che nella prima frazione. Per i consumi pro capite i dati sono: intero periodo 1,4%, dal 1861 fino al 1945 -0,3%, dal secondo dopoguerra a oggi 3,6%. Le anime belle candidamente obiettano: ma nella prima parte ci sono state le guerre! Appunto, e che guerre. Dalla terza d’indipendenza, alla prima guerra mondiale fino alla seconda passando per la guerra d’Etiopia: a occhio e croce un anno su sette combattendo. Perché nella seconda parte non ci sono state guerre in Europa? Possibili risposte: non c’era più ragione di combattere, siamo diventati buoni, abbiamo costruito istituzioni efficaci per la composizione dei conflitti. L’ultima è quella giusta. Le istituzioni si chiamano Unione Europea. E c’è una ragione per cui quelli che hanno patito guerre negli ultimi trenta anni si sono poi affrettati a farne parte. Sostenere che le guerre sono cose del passato e non ci toccano più, tradisce un’atavica e pericolosa ingenuità che va neutralizzata. Occorre ribadire oggi che pace, democrazia e benessere vanno coltivati e mai dati per scontati. Smontare l’Europa è un rischio che non vale la pena di correre.

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