Cso certifica l’inversione di tendenza per frutta e verdura

Consumi tornati a poco meno di 8,3 milioni di tonnellate, il che significa, in un panorama di acquisti alimentari stagnante che si mangia un po’ più frutta e verdura e un po’ meno carne

Gli italiani mangiano, o per lo meno acquistano, più frutta e verdura rispetto a un anno fa. Nel periodo gennaio-novembre 2016 si è registrato un aumento a volume del 2% rispetto allo stesso periodo del 2015. A dirlo è il Cso (Centro servizi ortofrutticoli), che ha presentato una sintesi dei dati elaborati monitorando un campione di ottomila famiglie.

Ad acquistare più ortaggi e frutta sono i single con 261 kg l’anno (22% della popolazione italiana) e le famiglie composte da due persone: 193 Kg l’anno a testa (33% della popolazione)

Si tratta di un risultato che conferma una tendenza in atto già da tre anni, dopo che nei primi tredici del nuovo millennio i consumi di ortofrutta in Italia erano calati del 20%, passando da 9,5 a 7,6 milioni di tonnellate, a fronte di un calo dei consumi alimentari nel loro complesso del 10%. Oggi siamo tornati a poco meno di 8,3 milioni di tonnellate, il che significa, in un panorama di acquisti alimentari stagnante che si mangia un po’ più frutta e verdura e un po’ meno carne, anche perché il 7% degli italiani si dichiara vegetariano e l’1% vegano.

Entrando più nel dettaglio del report Cso si nota come ad acquistare più ortaggi e frutta siano i single con 261 kg l’anno (22% della popolazione italiana) e le famiglie composte da due persone: 193 Kg l’anno a testa (33% della popolazione). Se si passa alle famiglie di tre persone (26% della popolazione) gli acquisti in volume calano drasticamente a 117 kg l’anno a testa. Dall’inizio del millennio sono cresciuti del 44% i volumi di acquisto totali nel canale gdo, trainati dai discount, con un incremento del 35% per i canali alternativi (gruppi d’acquisto, farmer market, e-commerce, diretti dal produttore, ecc…) e un crollo del 49% nel dettaglio tradizionale.

il consumo di ortofrutta è inversamente proporzionale all’anzianità

Sezionando il campione per fasce d’età si nota come il consumo di ortofrutta sia inversamente proporzionale all’anzianità: il 41% della frutta e della verdura vendute in Italia finisce nelle dispense di chi ha più di 65 anni (31% della popolazione), il 19% è acquistato dai 55-64enni, il 17% dai 45-54enni (19% dei residenti), il 15% dai 35-44enni (21% del totale) e solo l’8% da chi ha meno di 34 anni (12% della popolazione totale).

Sul fronte delle esportazioni la crescita è costante con un +9% dal 2005 al 2015. Oggi l’Italia esporta 3,8 milioni di tonnellate di ortofrutta (il 22% del totale delle esportazioni agroalimentari del Paese), di cui il 70% di frutta e il 30% di verdura. Le importazioni si fermano a 2,9 milioni di tonnellate, peraltro segnando nei primi nove mesi del 2016 un calo del 7% sullo stesso periodo del 2015, anche se stanno crescendo a ritmo sostenuto le importazioni dalla Spagna.

Questo assicura il risultato positivo della bilancia commerciale

Tra i prodotti più esportati mele, uva da tavola e kiwi, insalate, patate e pomodori. Dall’estero arrivano soprattutto banane, ananas, pesche e nettarine, arance e patate. Gli analisti del Cso sottolineano come negli anni difficili della riduzione dei consumi di frutta e verdura, le performance meno negative siano state quelle dei prodotti con un alto contenuto di innovazione: varietale, di packaging e di marketing. Tra 2000 e 2013 i carciofi hanno fatto segnare un -69% a volume, le cipolle -49% e i cavolfiori -47%. Di contro i frutti esotici hanno registrato un +166%, i radicchi +65%, i kiwi +56% e i frutti di bosco +55%. Male anche l’uva, che in tredici anni ha perso il 30% per recuperare solo il 4% negli ultimi due.

Conferenza CsoDurante la presentazione dei dati alla quale hanno partecipato il presidente del Cso Paolo Bruni, il direttore della cooperativa ferrarese Elisa Macchi, il viceministro dell’Agricoltura Andrea Olivero e rappresentanti delle organizzazioni dei produttori, si è parlato, tra l’altro, di come sostenere il settore per incrementare ancora i consumi. Tutti i relatori hanno sottolineato come ci sia esigenza di una miglior comunicazione dei prodotti e delle loro proprietà.

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