Lo studio di Cushman & Wakefield ("European Shopping Centre Development Report") evidenzia l'andamento di crescita nell'industria dei centri commerciali a livello europeo, con una superficie totale di 156 milioni di mq al 1° gennaio 2016, e uno stock di nuove aperture nel 2° semestre 2015 (1,2 milioni di mq) quadruplo rispetto al 1° semestre del 2014. Sempre nel 2° semestre 2015 sono stati investiti in shopping centre 15,5 miliardi di euro, +16,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Milano, insieme con Parigi, Marsiglia, Helsinki e Roma, è la città più importante per pipeline (nuovi progetti) 2016-2017 in ambito Western Europe. Per densità (Gla per 1.00 abitanti) l'Italia fa parte di quel pentagruppetto di paesi capeggiati dalla Grecia, che rappresentano i mercati con più bassa densità di centri commerciali: l'Italia è a 228,3 mq, seguita dalla Spagna (245,1) e fa meglio di Grecia (57,1), Belgio (117,9), Germania (180,7). I paesi al top per densità sono invece quasi tutti del Nord Europa: Norvegia (926,3 mq per 1.000 abitanti), Lussemburgo (531,4), Svezia (434,1), Finlandia (413,0) e Paesi Bassi (362,0).
Russia, Turchia, Polonia e Francia spiccano in testa alla classifica per nuovo stock di centri commerciali aperti nel secondo semestre 2015. Insieme alla Svezia questi paesi assommano quasi 2,4 milioni di nuova Gla su 3,3 milioni di stock nel 2° semestre 2015.
In totale sono stati attivati 4,6 milioni di metri quadri di centri commerciali nel 2015 che è un livello inferiore del 15,8% rispetto al 2014 e il più basso negli ultimi 10 anni. Eppure, qualcosa si muove, se è vero che ci sono 9,1 milioni di mq in pipeline e in prevista apertura tra 2016 e 2017.
Arese (Il Centro) con i suoi 92.000 mq di Gla, inaugurato il 14 aprile, è stata una delle aperture più importanti per dimensioni a livello di Europa occidentale insieme a Parque Nevada a Granada (85.000 mq), ad Ametzondo a Bayonne (76.000 mq) in Francia, e ad Arcada a Braga (68.500 mq).
I volumi di investimento nel 2° semestre 2015 si concentrano su Regno Unito (29%), Germania (28%), Paesi Nordici (14%), Belelux (14%), Europa meridionale (inclusa Italia) con il 9%, Francia (3%).
