Da Granoro uno stop alle illazioni sulla pasta

Anche Aidepi, l'associazione di categoria, è intervenuta per ribadire che “tutta l’operazione di GranoSalus è diffamatoria e crea disinformazione”

Il pastificio Granoro, di concerto con i partner della filiera 100% pugliese che dà origine alla pasta Granoro “Dedicato”, intende rassicurare i consumatori in merito ad alcune informazioni ed analisi pubblicate sul web in questi giorni dall’Associazione GranoSalus, con l'obiettivo di evidenziarne l’infondatezza.

La notizia diffusa dall’associazione GranoSalus accusa la pasta venduta da alcuni grandi marchi di essere contaminata da micotossine, glifosato e cadmio. Secondo l’associazione la presenza di queste sostanze, oltre a rappresentare un rischio per i cittadini, starebbe a dimostrare che la pasta è stata prodotta da una miscela di grano duro nazionale e frumento importato dal Canada, pur dichiarando i produttori sull’etichetta una pasta fatta con grano 100% italiano. Fra i nomi coinvolti anche Granoro.

“Possiamo assicurare con la massima serenità che il grano utilizzato nella produzione della Pasta Granoro Dedicato 100% Puglia è ottenuto da filiera costituita da operatori esclusivamente pugliesi”. È quanto affermano il Pastificio Granoro, la Cooperativa Fracoltivatori di Apricena e il Molino De Vita di Casalnuovo Monterotaro.   Che ribadiscono come tale produzione sia interamente controllata dall’origine fino alla trasformazione e quindi certificata da uno dei più prestigiosi Enti internazionali in materia, assolutamente terzo ed indipendente.

Granoro, insieme agli altri soggetti chiamati
in causa, tutelerà
la propria immagine e quella degli operatori della Filiera 100% Puglia nelle sedi opportune

L'impresa informa che ha dato e darà corso “alla tutela legale e giudiziaria della propria immagine nei confronti di Enti, Associazioni, Siti Web e Testate Giornalistiche che hanno diffuso e/o diffonderanno informazioni del tutto false, infondate, fuorvianti e diffamatorie in relazione alle presunte sostanze contenute nella nostra pasta, con particolare riferimento alla Linea Dedicato 100% Puglia”. Ciò anche in considerazione della inattendibilità dei metodi adottati. Sussisterebbero dubbi sui metodi sia di campionamento che di analisi adottati, come  recenti studi scientifici internazionali hanno affermato (http://aoac.publisher.ingentaconnect.com/content/aoac/jaoac/2015/00000098/00000006/art00034. )

Tra l'altro, i valori rilevati da GranoSalus, benchè non se ne conosca l’attendibilità, si sono rivelati tutti fortemente inferiori ai limiti di legge (in particolar modo per il glifosato) e quindi abbondantemente cautelativi.

 

Aidepi, l'associazione di  categoria, è intervenuta per ribadire che “tutta l’operazione di GranoSalus è diffamatoria e crea disinformazione” perché la presenza – in quantità minime, per altro – di questi contaminanti non può essere considerata un indice della provenienza del grano.

Per il deossinivalenolo (una micotossina),
il livello di contaminazione rilevato in tutti i campioni
è inferiore ai limiti stabiliti dalla normativa europea (750 ppb)

La presenza di DON offre spunto a GranoSalus per accusare i produttori di usare grano duro canadese, trascurando che il DON si forma anche nel grano italiano in stagioni particolarmente umide. Se è vero che la tossina è in genere presente in quantità superiori nei grani coltivati a temperature e umidità tipiche del Canada, che esporta grandi quantità in Italia, è anche vero che il grano duro di qualità che viene importato deve rispettare i limiti imposti dall’Unione Europea.

Recenti analisi condotte dall’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e Emilia Romagna sul grano duro importato non rilevano segni di positività alle micotossine.

Circa il glifosato, utilizzato in Canada per favorire la maturazione del grano duro, secondo GranoSalus non potrebbe essere presente nel grano italiano perché “la legislazione europea dal mese di agosto 2016 vieta l’uso di glifosato in pre-raccolta per il grano duro”. Tuttavia non viene menzionato che, seppure non impiegato in pre-raccolta, è permesso per altre colture – legumi e pomodori, per esempio – e la semplice rotazione dei campi può spiegare la presenza di bassi livelli di glifosato nel grano. Inoltre, nelle analisi pubblicate da GranoSalus i livelli di glifosato sono così bassi da essere a volte al di sotto della soglia considerata attendibile (50 µg/kg).

L’ultimo contaminante trovato dalle analisi dell’associazione è il cadmio, un metallo pesante cancerogeno per l’uomo. Per spiegare la sua presenza, in tracce e al di sotto dei limiti di legge, non occorre tirare in causa il grano canadese: il cadmio è un metallo presente in molti fertilizzanti normalmente utilizzati in agricoltura, e si reperta anche in natura.

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