De Agostini per l’alimentare lancia Idea Taste of Italy

La qualità dei prodotti non manca e nemmeno la domanda di mercato a livello internazionale. La criticità, invece, è rappresentata dalle ridotte dimensioni delle aziende di settore, che faticano a fare massa critica per emergere sui mercati. Da queste considerazioni è nato “Idea Taste of Italy”, il primo fondo di private equity dedicato al settore agroalimentare, gestito da Idea Capital Funds, la sgr del gruppo De Agostini. L’obiettivo del veicolo finanziario è investire in una decina di aziende italiane di medie dimensioni (categoria che comprendere quelle con un fatturato tra i 10 e i 200-300 milioni), per lo più a gestione familiare, spesso con difficoltà di accesso al credito e problemi di ricambio generazionale. In sostanza, aziende con buoni fondamentali, ma che hanno bisogno del supporto di un investitore finanziario non solo in termini di capitali, ma anche di managerialità.
“Il nostro obiettivo è prendere un’azienda, accrescerne il capitale usandolo per implementare i piani di crescita nazionale o internazionale e poi venderla ad un acquirente industriale”, ha spiegato Mario Barozzi, amministratore delegato di Idea Capital Funds Sgr. Per poi sottolineare che vi sarà anche la possibilità di investimenti minoritari nel capitale, ma in ogni caso su quote non inferiori al 25%.

Export
L’attenzione è rivolta alle realtà in cerca di sbocco internazionale, attive in settori come le materie prime, la trasformazione, la distribuzione e ristorazione, nonché in quelli che traggono la propria crescita dal settore alimentare, come packaging, macchinari per la lavorazione alimentare e catena del freddo: tutta la filiera alimentare, fortemente frammentata. Il settore individuato dal fondo comprende all’incirca 500mila aziende, che fatturano complessivamente 133 miliardi di euro e generano 26 miliardi delle esportazioni (cresciute al ritmo del 4-6% annuo nell’ultimo triennio). Un comparto tutto sommato difensivo rispetto alla volatilità di altri comparti italiani. Il segmento fa gola ai private equity per la presenza di molte Pmi a proprietà/gestione familiare, che necessitano di supporto sia per l’espansione internazionale che per operazioni di consolidamento.

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