Direttiva Hogan, valutazione positiva per l’Italia

Quello approvato sulla pratiche sleali è un quadro generale robusto ma con numerosi punti da definire: le normative nazionali potranno applicare variazioni importanti

Con un colpo di scena finale, la Direttiva Hogan contro le pratiche sleali ha trovato la quadra il 19 dicembre. L’applicazione arriverà a cavallo tra il 2021 e il 2022. Gli Stati membri hanno ora 24 mesi per recepirla nel diritto nazionale. E ulteriori 6 mesi per applicarne le disposizioni. Con un po’ di fortuna, quindi, tutto entrerà in vigore nella seconda metà del 2021.

Federalimentare

Federalimentare valuta positivamente l’accordo raggiunto. “Se una pratica commerciale è sleale, allora è sleale per tutti, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda”. È il commento di Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare.

Ivano Vacondio, neopresidente di Federalimentare

“Tuttavia, il limite di 350 milioni di euro di fatturato tutela il 98% circa delle aziende italiane”, quindi un ottimo risultato per noi, ma anche per molti altri Paesi europei. “Inoltre, la possibilità per gli Stati membri dell’Ue di prevedere una soglia più alta, lascia uno spazio di manovra non da poco conto per i singoli Stati”.

La valutazione espressa da Vacondio è del tutto preliminare. Prima di dare un giudizio complessivo, Federalimentare seguirà l’iter con una certa prudenza. È necessario poter leggere il testo, prestando attenzione alla fase di recepimento e di implementazione a livello nazionale. Auspicando il coinvolgimento dei soggetti interessati per valutare eventuali impatti sul sistema dell’art. 62 e del decreto di attuazione. https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2018/12/19/fairer-contractual-relations-in-the-agri-food-chain-agreed

Coldiretti

Anche Coldiretti legge l’accordo in senso positivo. “Il settore agroalimentare europeo riconosce l’esistenza di uno squilibrio commerciale che favorisce le speculazioni lungo la filiera e la necessità di intervenire per garantire un trattamento più equo alle piccole e medie imprese agroalimentari”. Lo ha dichiarato al Sole 24 Ore Ettore Prandini, presidente di Coldiretti. Se fino ad oggi i prodotti agricoli erano pagati “spesso al di sotto dei costi di produzione senza alcun beneficio per i consumatori”, con questa normativa si rende “più equa la catena di distribuzione degli alimenti”.

“Il 100% degli agricoltori e il 98-99% delle aziende europee sarà tutelato da pratiche inique e inaccettabili”, ha dichiarato Paolo De Castro, relatore e negoziatore capo per il Parlamento europeo sul dossier. “Le nuove regole dovranno essere rispettate anche dagli acquirenti che hanno sede legale in Paesi terzi”.

Come sempre accade, alla fine tutti si dichiarano vincitori. Questa direttiva ha preso spunto dal regolamento in vigore in UK, ma ora che c’è la Brexit l’interesse del Regno Unito era di allungare i tempi. I Paesi del sud erano compatti per il sì, mentre a nord Svezia, Danimarca e Olanda erano palesemente contrari.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome