Ecco come sarà il mondo nel 2050: numeri non sostenibili

Uno scenario preoccupante per economia, società e ambiente tra trent’anni, come delinea lo studio di DNV GL. Tempo agli sgoccioli per invertire la rotta.

Nel 2050, il 70% della popolazione vivrà in aree urbane e 3 miliardi di persone saranno destinate alla povertà. Il 60% dei principali ecosistemi sarà a rischio, i livelli di diossido di zolfo e di azoto aumenteranno rispettivamente del 90% e del 50%, causando smog, piogge acide e fuliggine. Il livello dei mari s’innalzerà da 1 a 2 metri, con milioni di persone obbligate a lasciare le aree costiere in cui vivono.

Sono solo alcuni dei dati allarmanti veicolati dallo studio A safe and sustainable future di DNV GL, ente di certificazione a livello mondiale che accompagna le aziende attraverso percorsi di efficienza sostenibile e che porta alla luce situazioni ad alto rischio per economia, società e ambiente.

Tra gli ulteriori problemi che ci troveremo ad affrontare tra trent’anni:

  • Una domanda energetica in aumento del 57% di cui l’81% fossile.
  • La scarsità d’acqua che minaccerà la metà della popolazione, ovvero il 52% delle persone.
  • Una produzione di cibo che dovrà aumentare del 70% a fronte di un incremento di terre arabili pari solo al 5%.
  • La quantità di terra non utilizzata dall’uomo sarà inferiore del 20%.
  • Fino a 100 miliardi di dollari necessari per adattarsi a un mondo più caldo di 2 gradi centigradi.
  • E conseguenti 200 milioni di rifugiati climatici.
  • 3,5 milioni di persone moriranno a causa dell’inquinamento dell’aria.
  • 13,2 miliardi di tonnellate di rifiuti.
  • Fino al 40% dei pesci si estinguerà e le barriere coralline andranno verso la scomparsa.

In sintesi, con i ritmi attuali, servirebbero tre pianeti per rispondere alle nostre esigenze di consumo. Escludendo con cauta ironia l’ipotesi di trovarne e colonizzarne altri due da qui al 2050, resta l’urgenza di un cambiamento che ancora è possibile.

La stessa indagine DNV GL si conclude spiegando le misure fondamentali da attuare. Qualche esempio?  Riorganizzare sussidi e incentivi, incorporare le valutazioni ESG (Environmental, Social e Governance) nelle valutazioni finanziarie, rivedere l’urbanistica secondo principi di sostenibilità e definire nuove unità di misura per la crescita oltre al Pil, che non è in grado di esprimere il benessere della nazione o le condizioni dell’ambiente.

“Senza un impegno concreto, prevedere quello che ci aspetta non è difficile. Nei prossimi decenni l'umanità si troverà ad affrontare le sfide più grandi mai incontrate. Abbiamo un'opportunità unica per plasmare un futuro prospero, ma non possiamo più aspettare. Dobbiamo agire”, ha ribadito Luca Crisciotti, Ceo di DNV GL.

A seguire le infografiche complete.
DNV GL - Planet under pressure Economia DNV GL - Planet under pressure Società DNV GL Planet under pressure Ambiente

 

 

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