Efficienza della spesa pubblica cantiere di risorse nascoste

Esperti – Uno studio comparativo internazionale in 18 paesi mostra il grado di efficienza della spesa pubblica e i margini di miglioramento. (Da MARK UP 196)

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1. Interessanti evidenze emergono da uno studio comparativo internazionale
2. Per l'Italia a disposizione 15 punti di miglioramento effettivo


Alla necessaria riflessione sull’attuale grado di efficienza della spesa pubblica manca un adeguato quadro statistico organico. Difettiamo cioè di una conoscenza sintetica, basata su misurazioni attendibili, di quanto si ottiene e di quanto si spende per la gestione delle funzioni collettivizzate.
Alcuni studiosi hanno provato a colmare questa lacuna con uno studio comparativo internazionale i cui principali risultati sono riportati nella tabella allegata (con la citazione del lavoro). Nella metrica della misurazione, che si riflette negli indici riportati in tabella, queste considerazioni implicano che nel valutare output ed efficienza si debba tenere conto tanto di indicatori sociali specifici - dai posti letto ospedalieri per abitante al numero di adempimenti da soddisfare per aprire un’impresa, dalla mortalità infantile al tasso di evasione fiscale, dal tasso di abbandono nella scuola secondaria ai tempi del sistema giudiziario - quanto di indicatori di performance aggregata. L’Italia si posiziona a una distanza di oltre il 15% rispetto alla media sia per output sia per efficienza. Quest’ultimo indicatore è il più importante: dice che utilizzando meglio le medesime risorse si potrebbe ottenere un servizio pubblico per i cittadini di almeno il 15% superiore rispetto allo stato attuale (i dati sono riferiti al 2000 ma essendo strutturali non possono mutare rapidamente) oppure, in alternativa, che il risultato di cui fruiamo attualmente potrebbe essere ottenuto risparmiando oltre il 15% della spesa.

Gli obiettivi
Le valutazioni proposte sono molto robuste. Infatti, gli autori citati ponderano gli indici settoriali specifici e di performance aggregata con diversi insiemi di pesi, assegnando ora maggiore rilevanza a una funzione ora all’altra.
I risultati sintetici non cambiano. Uno degli obiettivi pratici della riforma federalista è di migliorare la posizione dell’Italia in queste classifiche.

Da tenere in considerazione
È utile rammentare che ciò che conta davvero in queste valutazioni non è la qualità astratta dei funzionari, quanto il loro operare in relazione a strutture sociali prevalenti e mercato in generale.

  • Immaginiamo un paese nel quale un gruppo ristretto di imbecilli totali - eletti e funzionari - sia delegato all’amministrazione pubblica. Se il sistema di leggi e regolamenti ne limita comunque il potere, questo gruppo produrrà scelte potenzialmente dannose che però avranno un limitato impatto sulla vita dei cittadini.
  • All’opposto, immagineremo un paese con un’ampia platea di eletti e funzionari tra i quali quelli zelanti e preparati si impegneranno per fare rispettare tante leggi precise e cavillose, in astratto adeguate a regolamentare perfettamente ogni e qualsiasi aspetto della vita della collettività. In questo caso, la paralisi è l’esito più probabile dell’operare dell’amministrazione pubblica.
  • In entrambi gli esempi si dovranno, poi, considerare le condizioni di operatività di sistemi privati di sussidiarietà: essi possono disinnescare la portata devastante di una pubblica amministrazione inefficiente e invadente, qualunque sia la qualità del personale preposto alle funzioni collettivizzate.


Allegati

196-MKUP-Bella
di Mariano Bella / gennaio/febbraio 2011

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