Esordio Trump. Ed è la fine del Tpp

Al nuovo presidente Usa è bastato un ordine esecutivo per dire addio al trattato di libero scambio firmato con altri 11 Paesi del Pacifico, ma non ancora ratificato. Una mossa che fa felice la Cina (esclusa dall’accordo) e che non fa ben sperare per il Ttip.

Donald Trump inaugura la propria presidenza Usa con il primo "brick in the wall". In linea con quanto espresso nel corso della campagna elettorale, il nuovo numero uno della Casa Bianca ha siglato un ordine esecutivo che pone fine al Tpp (TransPacificPartnership) e ritira formalmente gli Stati Uniti dall'accordo di libero scambio con gli altri 11 Paesi del Pacifico.

L'intesa tra i 12 (tra cui Australia, Giappone e Canada) era stata raggiunta dopo 5 anni di negoziati a ottobre 2015, ma ad oggi non ancora ratificata. La decisione di celebrarne le esequie fa felice la Cina, che era esclusa dal blocco commerciale, e le spiana la strada. A sorridere meno è invece l'Unione europea, che indirettamente vede il Ttip, ovvero un partenariato transatlantico con l'Usa per il commercio e gli investimenti, sempre meno raggiungibile.

Come aveva sottolineato qui su Mark Up Paolo De Castro, attualmente vice-presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale al Parlamento europeo, il sì al Tpp favoriva il Ttip. Non solo. Il Tpp avrebbe avuto "un alto valore strategico nella definizione degli equilibri geopolitici mondiali", perché nasceva proprio dalla volontà statunitense e giapponese "di contrastare l’avanzata della Cina".

E' iniziato il nuovo New Deal degli Stati Uniti.

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