Essere una donna in un mondo di uomini

Adele Lonati, presidente, tra le altre cose, di Scalo Milano, fa parte di una famiglia di imprenditori, tutti maschi. La valigia sempre in mano, gestisce aziende, quattro figli e un marito con un sorriso e tanta determinazione (da Mark Up n. 277)

Laureata in Lingue e Letterature Straniere, Adele Lonati non è soltanto la presidente di Scalo Milano, outlet alle porte della metropoli, ma anche direttore commerciale dell’azienda Santoni, amministratore delegato della Lonati Immobiliare e vicepresidente della fondazione Adele e Cav. Francesco Lonati, il Gruppo di famiglia si estende infatti in vari settori, partendo dal meccano tessile, cuore del gruppo da dove tutto nasce, arrivando a scuole superiori di formazione professionale. Unica donna in una famiglia di uomini, ha saputo ricavarsi un ruolo di primo piano nell’azienda di famiglia ... ma lasciamo che sia lei a raccontare la sua storia. “Dopo la laurea, sono partita per l’Australia, avevo voglia di scoprire il mondo: a 23 anni, dopo aver fatto tutto quello che ci si aspettava da me, me ne sono andata. Mio padre ci rimase malissimo, sperava rimanessi subito a lavorare in azienda.

Di cosa vi occupate?

Il core business di Gruppo Lonati è la produzione di macchine circolari per la calzetteria; è stato creato nel dopoguerra da mio nonno, che aveva tre figli, tutti e tre in azienda, tassativamente. Mio padre è mancato cinque anni fa e ho altri tre fratelli maschi, adesso in azienda ci sono i miei due zii ed io con i miei fratelli. Dalle piccole macchine circolari per la produzione delle calze, abbiamo ampliato ai grandi macchinari per la realizzazione di tessuti. Più recentemente, abbiamo esteso il nostro business anche alle tomaie per le scarpe, realizzate sempre su macchine circolari. Alla fiera Simac lanceremo un prodotto realizzato sempre su queste ultime macchine. Tutto made in Italy, anzi “made in Brescia”.

Dall’Australia è tornata ...

Sì, ma con un marito sudafricano, che adesso lavora nel Gruppo, ed è il responsabile produzione di Santoni. Quando sono tornata, a maggio 1997, ho cominciato a lavorare in Matec a Scandicci, azienda parte del Gruppo Lonati, e lì sono rimasta per 10 anni. Sono stata un anno in produzione, quindi a stretto contatto con le linee di montaggio. In un mondo di soli uomini, io con camice e treccia, non ho mai smesso di imparare, platine, aghi, come si realizza il punto maglia ecc.

Successivamente sono passata alla parte commerciale. Dopo un periodo di crisi, la mia famiglia ha optato per chiudere quell’azienda e abbiamo portato tutta la produzione a Brescia dove abbiamo tutt’ora la sede. Attualmente seguo la parte commerciale della Santoni, anch’essa parte del Gruppo Lonati, dove si producono macchine per calze e macchine per la produzione di tomaie per scarpe oltre a macchine per maglieria a grande diametro. In Lonati, che sta sempre a Brescia, a 1 km di distanza, fino ad ora abbiamo sempre prodotto macchine esclusivamente per calzetteria, ma anche qui stiamo iniziando a sviluppare macchine per la realizzazione di tomaie.

Come arriva a Scalo Milano?

Il Gruppo Lonati nasce meccanotessile ma ha costantemente diversificato il business, investendo nell’acciaio, nell’alimentare (abbiamo delle aziende in Val Tidone dove produciamo pancette e coppe), sempre nella bassa bresciana abbiamo un’azienda agricola che produce latte. Siamo impegnati anche nel sociale; quando, nel 2002, è mancato mio nonno, abbiamo creato la Fondazione Adele e Cav. Francesco Lonati, dedicata ai miei nonni, dove per statuto siamo molto attenti al territorio e ci occupiamo di progetti dedicati a bambini e ad anziani. Inoltre, crediamo profondamente nella formazione. È faticoso trovare personale esperto, pertanto abbiamo creato più scuole, la scuola internazionale Lonati Anglo American School che copre la fascia d’età che va dai 3 anni fino ad arrivare alle scuole medie, e la scuola di formazione Its Machina Lonati dove i ragazzi vengono supportati nello studio per due anni, post maturità per corsi tecnici di marketing, design o accessoristica. Accogliamo nelle nostre aziende questi ragazzi anche per formarli dal punto di vista tecnico insegnandogli a utilizzare i software dei nostri macchinari. L’80-85% dei ragazzi che esce dalle nostre scuole trova lavoro. Sempre all’interno di ITS Machina Lonati, abbiamo inoltre creato un corso in collaborazione con Calzedonia: abbiamo investito in corsi d’eccellenza che puntano a formare i dipendenti per preparali al meglio nelle conoscenze del prodotto, quindi, abbiamo iniziato con loro questo percorso per il retail.

Arriviamo quindi al retail ...

Scalo Milano lo ha voluto mio padre, nel 2009, sul terreno dove una volta sorgeva la ex fabbrica Saiwa, un luogo lasciato a sé stesso. Una scelta che all’inizio mi ha spaventata, invece, si è rivelata una vera visione, inoltre l’outlet ha riqualificato l’intera area circostante. Attualmente sono presidente della società, vengo a Scalo almeno un paio di giorni alla settimana, mentre l’amministratore delegato, Davide Lardera c’è praticamente 24 ore su 24.

Come vede il futuro di questi spazi?

Se si riferisce all’attualità, la domenica ovviamente è il giorno clou in cui la gente si sposta, abbiamo il maggior footfall e fatturato, perché la domenica si ha più tempo. Scalo Milano non è solo shopping, le persone vengono anche per trascorrere il loro tempo libero. Infatti, il nostro visitatore rimane mediamente dalle 4 alle 5 ore, dedicando così tempo alla propria famiglia, o alla coppia. All’interno di Scalo si svolgono innumerevoli eventi culturali e di intrattenimento, si può mangiare in un ristorante stellato o andare a scegliere un fast food; nel periodo natalizio, avevamo ad esempio la pista di pattinaggio che è stata un grande successo. Se ci chiedessero di chiudere la domenica ci adatteremmo con le dovute conseguenze.

Il centro come va?

Bene, da maggio lo abbiamo qualificato come outlet. Era nato come city style, poi è diventato shopping village: non c’era molta chiarezza. Adesso, diventando outlet, grazie ad un messaggio più chiaro, abbiamo avuto un cambiamento netto e più che positivo.

Come è il rapporto con i brand?

Buono e grazie al cambio in outlet abbiamo notato un notevole miglioramento. Stiamo investendo ulteriormente in Scalo Milano con la realizzazione di altri 25 negozi, il 40% dei quali sono stati già affittati, apriremo a metà giugno; poi ci sarà in futuro un altro ampliamento e, se va bene, andremo avanti, aperture domenicali permettendo.

Come viene vissuta la questione femminile all’interno del vostro Gruppo?

Per quanto riguarda Scalo Milano, siamo 50% e 50%, e abbiamo anche appena assunto una responsabile retail che inizierà ad aprile. Personalmente, sto dando molto peso a questo aspetto perché mi piace vedere le donne attive nel mondo del lavoro, premiando chi ha voglia e passione dando loro la possibilità di intraprendere una carriera appagante. Il Meccanotessile è, invece, un settore diverso dove la presenza maschile è decisamente prevalente, d’altra parte, purtroppo, non ci sono ancora molte donne laureate in ingegneria meccanica.

Anche le aziende possono cooperare al cambiamento ...

Sono d’accordo, infatti, a Scalo Milano creeremo un asilo nido oltre ad ampliare la zona kids che sarà pronta a giugno. L’asilo nido avrà circa 20 posti, un segnale per dire alle donne che ci siamo e crediamo in loro. Sono stata ad esempio in Brasile ad Araraquara, dove c’è un nostro cliente che ha creato in azienda un asilo gigantesco dove lasciare i bambini, allattarli e tornare a lavorare in tutta tranquillità.

È difficile essere il capo del proprio marito?

Di lavoro, in casa, non ne parliamo mai, con quattro figli (tutti maschi) da gestire il vero segreto, come al lavoro, è fare squadra per poter riuscire a fare tutto.

... ma un momento di pace?

Faccio torte decorate, la notte, perché ci vogliono tipo 6 ore, mi rilassa.

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