Europa, è ora di usare la fiducia

Segnalo alcuni spunti sui quali i deputati a Strasburgo potrebbero operare.

Nonostante gli euro-scettici, le elezioni hanno
detto che la residua speranza ha prevalso
sulla rabbia, la voglia di costruire su
quella di distruggere. Per il nostro Governo
ciò costituisce un grande capitale fiduciario:
dal punto di vista statistico, l'incremento
della fiducia registrato da marzo a maggio
è eccezionale (non accadeva dal 1997).

La tenuta della fiducia nel medio periodo passa dalla gestione
delle questioni internazionali, vista l'imminente presidenza
italiana del Consiglio dell'Unione europea. Eppure,
fenomeno paradossale, nonostante i moltissimi vocianti anti-
euro, in campagna elettorale non si è sentito granchè sulle
strategie per aggiustare l'edificio europeo. Segnalo alcuni
spunti sui quali i deputati a Strasburgo potrebbero operare.

Si potrebbe ipotizzare di rendere interdipendenti gli obiettivi
dei singoli Paesi. Per esempio, è strano discutere del deficit
strutturale italiano, quando la Germania sfora costantemente
il limite sull'avanzo commerciale, che, tra l'altro, rende
troppo forte il cambio dell'euro. In questo caso, si potrebbe
stabilire che, per ogni punto di surplus in eccesso dei tedeschi,
noi possiamo avere, ipotizzo, 3 decimi di flessibilità
sul rapporto deficit-Pil. Poi lo statuto della Banca Centrale.

In luogo di inveire contro l'euro e la BCE, qualcuno dovrebbe
impostare un'azione politica per l'inserimento di obiettivi
diversi e complementari rispetto alla stabilità dei prezzi
(pro crescita) avendo cura di studiare nei dettagli il possibile
percorso legislativo per ottenere il risultato.

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