Federdistribuzione: come fare impresa “sostenibile”

Giovanni Cobolli Gigli, presidente Federdistribuzione
L’evento di presentazione del BSS è stata l’occasione per riflettere su come il fare impresa secondo criteri di Responsabilità Sociale e sostenibilità

Il Bilancio di Sostenibilità di Settore della Distribuzione Moderna Organizzata (BSS) presentato da Federdistribuzione, realizzato con la collaborazione di Altis, Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, traccia un quadro del settore con uno sguardo al futuro. Partendo però da un punto: come fare impresa secondo criteri di Responsabilità Sociale e sostenibilità. “Abbiamo voluto che il Bilancio di Sostenibilità di Settore 2017 segnasse l’avvio di un cammino di presa in carico, da parte delle aziende associate a Federdistribuzione, di obiettivi in chiave di Responsabilità Sociale d’Impresa, in coerenza con l’Agenda 2030 e i Sustainable Development Goals (SDGs) delle Nazioni Unite” è il commento del presidente di Federdistribuzione Giovanni Cobolli Gigli.

 

Il punto di partenza, definito anche fil rouge della gestione dell’impresa, è il connubio tra digitalizzazione e introduzione della tecnologia. Un connubio che abbraccia quattro temi specifici:

Il primo è lo sviluppo dell’eCommerce e la trasformazione digitale nelle imprese. Settore in crescita, non c’è dubbio e i dati lo dimostrano. Nel 2017, secondo una stima del Politecnico di Milano, gli acquisti degli italiani ammontano a oltre 27 miliardi, con una crescita negli ultimi 5 anni dell’87%, crescita che diventa del 285%, cioè il valore quasi si triplica, per beni e prodotti (i servizi sono aumentati “solo” del 36%), arrivati ormai ad assorbire il 52% del mercato on line. Le vendite on line rappresentano il 31% nel turismo, il 22% nell’informatica, il 7% nell’abbigliamento, lo 0,5% nell’alimentare (ma in fortissima crescita). Ma, secondo quanto spiega il presidente di Federdistribuzione, il problema da affrontare è “la disparità di regole tra chi opera nell’online e chi lo fa nell’offline”.

Il secondo è l’impatto della quarta rivoluzione industriale sul mondo del lavoro: “La formazione ha e avrà un ruolo fondamentale – commenta Cobolli Gigli - si rafforzerà l’acquisizione di competenze trasversali quali l’attenzione al cliente, l’efficacia relazionale, la capacità di trasmettere i valori aziendali. Sarà necessario completare le conoscenze tecnologiche di ampie fasce occupazionali. Un’indagine tra le nostre aziende associate ha evidenziato come oltre la metà di loro già svolge una “formazione digitale” e nei prossimi due o tre anni circa l’80% la realizzerà. Per questo incentivare questi percorsi formativi con agevolazioni sarà fondamentale da parte del Governo per scongiurare effetti non voluti sull’occupazione”.

Il terzo tema è l’uso efficiente delle risorse ossia tutela dell’ambiente, economia circolare e innovazione tecnologica. Su questo punto pare che si stia percorrendo la strada giusta: le imprese associate hanno diminuito i consumi di energia per metro quadro nel 2016 dell’8% rispetto all’anno precedente.

Infine la lotta allo spreco e l’importanza delle donazioni: ogni anno si generano 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze alimentari. Di queste meno del 9% viene recuperato per diventare sostegno ai più bisognosi, il resto è spreco. Uno spreco che equivale a 12,6 miliardi di euro, il 15,4% dell’intero consumo alimentare nel Paese. Per Cobolli Gigli: “l’attività di donazioni contribuisce a diminuire i costi della comunità, riducendo le quantità di beni che le amministrazioni locali devono gestire come rifiuti. Sarebbe quindi auspicabile che una parte di questo risparmio venisse convertito in premialità per i soggetti che donano, ad esempio riducendo la tassa sui rifiuti”.

 

 

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