Il presidente di Federdistribuzione, Giovanni Cobolli Gigli, commenta il dato Istat relativo alle vendite al dettaglio (a valore) di ottobre 2017: -2,1% rispetto allo stesso mese 2016, "una doccia fredda dopo gli incoraggianti segnali di settembre"

I dati Istat sul commercio al dettaglio relativi al mese di ottobre 2017 registrano un andamento negativo (-2,1% rispetto a ottobre 2016) nelle vendite a valore, con l’alimentare a -1,7%, e non alimentare a -2,4%.
Da inizio 2017 Istat segnala una leggera variazione positiva a valore (+0,1%) e un lieve decremento nelle quantità complessive (-0,7%).
"Il dato di ottobre 2017 conferma la volatilità delle vendite al dettaglio che ha caratterizzato ii trend 2017 –commenta Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione–. Dopo l’indicazione positiva di settembre arriva la doccia fredda di ottobre: un ottovolante che segnala, se ancora ce ne fosse bisogno, l’incertezza sul futuro che domina nelle famiglie italiane condizionandone gli acquisti, e determinando questa tendenza allo stop and go".

Segno meno per tutti
"Questo dato negativo di ottobre accomuna grandi e piccole superfici di vendita –continua Cobolli Gigli– e non risparmia nemmeno i discount, che di solito viaggiano in dinamica positiva, e coinvolge prodotti alimentari e non alimentari. Una battuta d’arresto che incide anche sul risultato complessivo del 2017. Il dato più emblematico per descrivere l'evoluzione delle vendite al dettaglio è infatti l'andamento del periodo cumulato dall’inizio dell’anno, caratterizzato da un modestissimo +0,1% a valore, dovuto esclusivamente all’evoluzione dei prezzi, visto che il dato a volume è in decrescita (-0,7%)".
"Questa situazione è particolarmente grave –aggiunge Cobolli Gigli– perché costringe il settore del commercio ad affrontare l’attuale fase di cambiamento epocale in un clima di estrema debolezza dei consumi. Siamo, infatti, di fronte a una congiuntura nella quale occorre confrontarsi con innovazioni tecnologiche che incidono pesantemente sull’organizzazione d’impresa, e con il dirompente impatto delle vendite on line. In quest’ultimo caso gli operatori di puro eCommerce godono di vantaggi fiscali, su promozioni e sottocosto che determinano condizioni di concorrenza sleale nei confronti di chi opera, invece, attraverso le reti fisiche. È un quadro preoccupante sul quale è necessario intervenire da parte del legislatore per ripristinare le regole di una leale concorrenza in grado di produrre vantaggi per i cittadini".

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