Federdistribuzione: vendite al dettaglio ancora altalenanti

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I dati Istat sul commercio al dettaglio relativi al mese di dicembre 2017 registrano una variazione negativa del -0,1% rispetto a dicembre 2016 nelle vendite a valore, con l’alimentare a +1,2% e il non alimentare a -0,7%. Per quanto riguarda l’intero 2017 l’Istat evidenzia una variazione pari a +0,2% a valore e al -0,6% a volume.

"Continua la volatilità delle vendite al dettaglio che ha caratterizzato il trend del 2017 – dichiara Giovanni Cobolli Gigli presidente di Federdistribuzione – dopo il buon dato di settembre (+3,0%), la doccia fredda di ottobre (-2,3%) e il risveglio di novembre (+1,4%) ecco il nuovo dato leggermente negativo di dicembre, pur con una indicazione positiva per la Grande Distribuzione: un ottovolante che segnala, se ancora ce ne fosse bisogno, l’instabilità della dinamica delle vendite al dettaglio. Una tendenza di “stop and go” che certamente rende difficile consolidare una prospettiva per il futuro e non aiuta le imprese nelle decisioni di investimento. Deludente anche il dato consolidato annuo: un poco incoraggiante +0,2% a valore totalmente frutto della pur contenuta evoluzione dei prezzi, visto che il dato a volume segnala un calo del -0,6%. Ci apprestiamo quindi a chiudere un anno che, dopo la sostanziale stabilità del 2016 (+0,1%), presenta ancora un’evoluzione davvero modesta.”

"Nell'arco di questi anni – prosegue Cobolli Gigli - abbiamo imparato a guardare con razionalità le oscillazioni mensili delle vendite al dettaglio, senza cadere in pessimismi o euforia. Tuttavia questa situazione di incertezza e debolezza delle vendite al dettaglio è particolarmente preoccupante, perché coincide con una fase delicatissima dello sviluppo del commercio, un settore che si trova a dover affrontare forti cambiamenti nella domanda dei consumatori, innovazioni tecnologiche che incidono pesantemente sull’organizzazione d’impresa e il dirompente impatto delle vendite on line, un mondo che opera con vantaggi fiscali e al di fuori delle regole che limitano promozioni e sottocosto nel commercio fisico e che quindi determina condizioni di concorrenza sleale."

"I risultati dei primi mesi del 2018 - conclude Cobolli Gigli - saranno fondamentali per capire il futuro che ci aspetta, ma le premesse che abbiamo dalle imprese per gennaio 2018 non sono tuttavia incoraggianti.”

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