Futuro sempre più blu: i mari nutriranno il pianeta

Gli opinionisti di Mark Up (da Mark Up n. 260)

L’evoluzione dell’homo sapiens ha registrato una svolta quando, risalendo dal continente africano verso l’Europa, i nostri antenati cominciarono a mangiare pesce: il loro quoziente intellettivo ne ha tratto beneficio, con ottime ripercussioni sullo sviluppo della specie. Quando gli inglesi introdussero nel Lago Vittoria il pesce persico, per sfamare gli abitanti locali, mai avrebbero pensato che un giorno il filetto di persico sarebbe stato importato in Europa per il consumo quotidiano. In visita a Bruxelles, in occasione del Seafood Expo Global, la più importante manifestazione fieristica del settore a livello mondiale, ci si rende conto dell’importanza del mare per il futuro dell’alimentazione umana: mi riferisco a pesci e molluschi provenienti da catture e da impianti di allevamento. La sostenibilità della pesca sta diventando un tema chiave e l’acquacoltura è il futuro per la produzione e il consumo ittici. Oltre il 50% dei prodotti consumati nel pianeta proviene da acquacoltura: la Direzione generale della pesca europea, presente a Bruxelles, mette a disposizione ingenti contributi per il settore, favorendo l’allevamento e la trasformazione di pesce e molluschi, tenendo ben presente la sostenibilità ambientale degli interventi e l’aspetto salutistico dei prodotti. Il consumatore moderno non considera più il pesce allevato un prodotto di serie B, ma è attento alla provenienza e alla sua certificazione. I più giovani fra gli europei, come emerge da dati diffusi al Seafood Expo Global, hanno meno pregiudizi e acquistano in supermercati e ipermercati, preferendo referenze ad alto contenuto di servizio e di sani principi nutrizionali.

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