Gli italiani riducono la spesa food: pranzano a casa per stare in famiglia

I consumi – La ristrutturazione degli stili di vita cambia il rapporto con il cibo e le occasioni di consumo (da MARK UP 201)

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1. Mangiare insieme come occasione d'incontro del nucleo familiare
2. Tre su cinque non spezzano il digiuno pomeridiano

L'anno 2010 si è concluso registrando una dinamica tendenzialmente negativa circa gli acquisti domestici delle famiglie italiane. Lo confermano i dati raccolti dall'indice Ismea delle quantità acquistate che rilevano un -0,6% nei confronti del 2009, in presenza di un lieve calo del corrispondente indice dei prezzi (-0,5%). La contrazione è ascrivibile, nell'ambito dei comparti agro-alimentari, alla domanda di carni bovine (-4,6% vs 2009), di vini e spumanti (-3,4%), di prodotti ittici (-2,9%) e di frutta e agrumi
(-1,8%). Un andamento che prosegue anche nel primo trimestre del 2011 dove, sempre secondo Ismea, si profila una sensibile riduzione degli acquisti domestici alimentari (-3,6%) derivante da una contrazione della richiesta di frutta e agrumi
(-8,7%), prodotti ittici (-7,5%), latte e derivati (-6,3%) e carni bovine (-5,1%). Relativamente ai canali di vendita, nel 2010 la flessione ha coinvolto in particolare il dettaglio tradizionale fatta eccezione per il libero servizio e i discount. Stabili iper e super.

 
Abitudini alimentari a confronto
 
 

Il pasto non è solo un momento per rifocillarsi
Alla luce degli andamenti numerici degli acquisti domestici, gli italiani non rinunciano al piacere del cibo e attribuiscono al momento del pasto in famiglia la voglia di stare insieme agli altri membri del nucleo familiare.
Per il 90% dei genitori italici la tavola esprime, infatti, l'occasione d'incontro della famiglia e, se analizzato nel dettaglio, il dato si scompone nel 97% delle madri e 94% dei padri che ritengono il pasto la circostanza in cui ci si sente più uniti. Questi dati, provenienti da un'indagine Ispo-Coca-Cola Italia, sottolineano quanto il pranzo resti per gli italiani un momento conviviale in cui ci si confronta e al quale si dedicano circa 10 ore a settimana per la preparazione.

Lo spuntino è un'abitudine incerta
Se il pranzo è un momento a cui non si rinuncia, lo spuntino, viceversa, non è ancora entrato nelle abitudini degli italiani. Secondo un'indagine Eurisko sono tre su cinque (65%) gli italiani al di sopra dei 14 anni che non fanno lo spuntino e oltre la metà di questi ha una percezione negativa, evitando di consumarlo perché rovina l'appetito, è un'abitudine da bambini oppure fa ingrassare. Tra coloro che fanno lo spuntino, il 35% se lo concede almeno una volta a settimana e il 67% appartiene alla fascia d'età compresa tra i 15 e i 24 anni (un'abitudine meno sentita tra gli over 54 con solo il 20% dei praticanti). La principale motivazione è quella di placare il senso di fame
tra i pasti principali (71%).

Il fuori casa cresce nella pausa di mezza giornata
Gli italiani consumano anche fuori casa tanto che, dei 105 milioni di pasti complessivamente consumati ogni giorno dagli italiani, uno su quattro è assunto fuori dalle mura domestiche. Da uno studio commissionato da Barilla Center for Food & Nutrition risulta, inoltre, che 2/3 di questi pasti si concentrano intorno alle 13, segno che gli italiani non rientrano a casa per il pranzo ma consumano in mense, bar e ristoranti. Il 14% dei piatti viene consumato in piedi e in meno di 10 minuti (un caso su dieci).

 
     

 

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