Gli opinionisti di Mark Up – Mariano Bella

Gira voce che la spesa pubblica cali di 25 miliardi - di Mariano Bella Confcommercio (da Mark Up n. 253)

mariano bella ritrattoSuggerita  da  fonti  governative,  circola  voce  che la spesa pubblica sia calata di 25 miliardi di euro rispetto al 2014. La cosa è stata ripresa nella polemica Perotti-Gutgeld di qualche settimana fa (Corriere della sera). Ci possono essere opinioni (diverse) su un aggregato certificato ufficialmente dall’istat e rilevante  per  le  valutazioni  della  Commissione  Europea anche sui disavanzi eccessivi (e quindi rilevante per le nostre vite quotidiane)? La risposta è no, se i numeri vengono guardati con serenità. Tra il 2014 e il 2015 la spesa pubblica è cresciuta di 895 milioni di euro. Se si escludono le uscite  in  conto  capitale  -investimenti,  contributi  alle  imprese  ecc- la parte restante (spesa corrente) è scesa di 5,5 miliardi di euro. Dentro la spesa corrente ci sono gli interessi sul debito, in riduzione di 5,9 miliardi. Queste tre variazioni sono sufficienti per formulare qualche valutazione: la spesa pubblica è stata ricollocata da interessi passivi a conto capitale, e questa è una buona notizia; al netto degli interessi, se alcune poste della spesa corrente sono diminuite altre necessariamente sono aumentate, visto che la riduzione della spesa corrente è tutta dovuta alla riduzione della spesa per interessi. E infatti così è: ci sono stati risparmi su stipendi e altri oneri che hanno compensato la crescita della spesa pensionistica.  Che  si  potesse  fare  di  più  non  è  un’obiezione  decisiva. Né si può condividere l’ansia dell’esecutivo di intestarsi  mutevoli  e  transitori  risultati  di  breve  periodo.  Le  riforme  chiedono  tempo  per  dispiegare  effetti  sull’economia  e  sulla  società.  Intanto,  raccontare  con  semplicità  il  proprio  lavoro  gioverebbe. L’eccesso di propaganda no.

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