I giovani agricoltori guardano all’Europa

di Massimo Gianvito

In italia solo il 5,1% delle fattorie è gestita da giovani sotto i 35 anni contro una media del 6,5% in Europa. Il 37% di tutte le aziende agricole italiane è gestita da persone con più di 65 anni (fonte Anga/Ceja). C’è un evidente problema di ricambio generazionale e di accesso dei giovani all’attività agricola. “I giovani sotto i 40 anni che gestiscono un’azienda agricola sono ancora pochi -dichiara Alice Cerutti, delegata Anga (giovani di Confagricoltura) al Ceja (coordinamento europeo  delle associazioni dei giovani agricoltori)- ma rappresentano la parte più innovativa del settore agricolo, gestiscono mediamente delle fattorie più grandi e hanno un alto livello di scolarizzazioneˮ.

  • Per i giovani è difficile soprattutto accedere ai finanziamenti per acquistare o affittare un terreno, mentre gli imprenditori agricoli finiscono per avere un’età media sempre più alta.
  • Oggi all’agricoltura si chiedono ricerca, l’innovazione e l’agricoltura di precisione. “Tutte cose che richiedono investimenti consistenti -aggiunge Cerutti-. Una delle nostre proposte è di costituire un fondo europeo di garanzia così i giovani possano richiedere più facilmente dei prestiti garantitiˮ.
  • Anche in Belgio è sentito il problema del cambio generazionale, con agricoltori sempre più anziani e giovani che non hanno mezzi adeguati per avviare un’attività in proprio oppure che gestiscono fattorie troppo piccole e quindi poco remunerative.
  • Iris Bouwers, rappresentate del Najk (Nederlands Agrarisch Jongeren Kontakt) parla di un progetto ideato dalla sua associazione: agricoltori che cercano altri agricoltori. Il progetto è rivolto in particolare agli anziani che non hanno nessuno a cui lasciare la loro attività. Si incontrano e cercano di mettersi in contatto con dei giovani allo scopo di evitare l’abbandono delle terre. Il mancato ricambio generazionale rischia di lasciare incolti molti terreni, mentre i terreni attivi sono sottoposti a uno sfruttamento intensivo crescente che alla lunga rischia di impoverirli.
  • In Finlandia ci sono molti giovani agricoltori e coltivano mediamente più ettari dei coltivatori più anziani. I politici hanno fatto fortii investimenti per l’agricoltura, ma ci sono anche diverse regole europee che non ci aiutano.
  • Ma l’Europa e i politici vogliono ancora un’agricoltura europea? Quella agricola è pur sempre un’impresa e questo è un elemento da non dimenticare.
  • “L’agricoltura -dichiara Raffaele Maiorano, presidente giovani di Confagricoltura- è stata la prima politica di coesione europea e ancora oggi rappresenta il 40% del budget comunitario. L’Europa è e continuerà ad essere una casa comune; occorre, però, investire con forza sul ricambio generazionale, promuovendo strumenti per permettere agli agricoltori di guadagnare posizioni nella catena del valore dell’agroalimentare. Servono misure per ridurre i costi, aggregare le produzioni e rendere sempre migliore il posizionamento degli agricoltori sul mercatoˮ.

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