I giovani sono più disposti a investire il tempo nei negozi fisici

Il dato sorprendente è che in Italia i giovani (16-21 anni) sembrano più propensi a utilizzare o a incrementare il tempo da trascorrere nei negozi vissuti come luogo di acquisto e di interazione socio-sensoriale. Nel nostro paese 16-21enni (76%) superano i 22-65enni (70%). Ma è una tendenza abbastanza generalizzata a molte economie sviluppate, come si evince dalla tabella. Il dato sembra contraddire il fenomeno di veloce diffusione di Internet nella popolazione nel corso dell’ultimo quindicennio, ma in realtà si sposa abbastanza coerentemente con la sempre maggiore teatralizzazione che i negozi fisici in generale hanno adottato (e devono adottare) quale criterio di riorganizzazione degli ambienti per rendere più attraente il vissuto complessivo degli acquisti: e in effetti si va nei negozi e nei centri commerciali anche, se non soprattutto, per vedere, sentire, toccare, per provare la piacevole esperienza penta-sensoriale di un'offerta commerciale viva e colorata.

Comportamenti di acquisto: in-store shopping, disponibilità per fascia di età

16-21 22-65
Usa 78 78
Uk 75 65
Germania 72 64
Italia 76 70
Corea del Sud 83 77
Brasile 74 78
Russia 70 76
India 88 73
Cina 92 94
Sud Africa 73 62

Fonte: Gfk Young Shopper Study 2014

 

La buona notizia è però seguita da altre tristi (per il commercio tradizionale) evidenze statistiche. Dal 1998 al 2014 sono spariti in Europa Occidentale 12.756 punti di vendita tradizionali del settore TCG, e nello stesso tempo si sono aggiunti 14.000 siti di commercio elettronico.

La penetrazione delle vendite online varia dal 9% del Giappone al 25% degli Usa, con l’Europa in posizione quasi “in-between” con il 20% seguita dall’America Latina con incidenza tra 15-20%.

Gli “internet user” nel mondo sono 3,04 miliardi.

Ben diversa la penetrazione di Internet sulla popolazione in Europa Occidentale: in Italia è al 59% (vs 23% nel 2000), con punte del 96% in Olanda, del 90% in Gran Bretagna, dell’89% in Svizzera, dell’83% in Francia.

 

Diffusione di Internet nella popolazione europea: 2000-2014

(valori in %)

2000 2014
Olanda 23 96
UK 90 25
Belgio 19 90
Svizzera 29 89
Germania 28 89
Austria 26 87
Spagna 12 75
Portogallo 23 65
Italia 23 59

Fonte: Gfk 2015

 

Diffusione di Internet nella popolazione nord europea: 2000-2014

(valori in %)

2000 2014
Danimarca 35 97
Finlandia 26 97
Svezia 45 95
Norvegia 47 95
Slovacchia 12 82
Repubblica Ceca 10 78
Ungheria 7 75
Polonia 7 67
Russia 2 61

Fonte: Gfk 2015

Nell’Europa a 16 (Austria, Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Olanda, Polonia, Portogallo,   Repubblica Ceca, Russia, Slovacchia, Spagna, Svizzera, Ungheria, Ucraina) le vendite on-line di TCG-Technical consumer goods (gennaio-febbraio 2014) ammontano al 20,3%. Il 79,7% dei prodotti di tecnologia Fmcg esce ancora dai negozi fisici, su strada. Restringendo il perimetro geografico all’Europa Occidentale (UE 11) la quota è del 20,9% a fronte di un 6,3% del 2006. Nel 2010 la quota delle vendite B2C nell’Europa 16 equivaleva più o meno all’Ue 11 (13,5% vs 12,6%).

Quel 20,3% (Ue 16) varia moltissimo a seconda dei paesi: si passa dall’8,2% dell’Italia al 39,5% della Repubblica Ceca con un blocco di paesi (Olanda, Germania, Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Slovacchia, Svizzera, Ucraina, Ungheria ) sopra il 20%.

Future buy

Il 67% delle persone usa Internet per cercare prodotti e servizi. Il 72% il miglior prezzo, il 67% per informazioni generali, solo il 27% usa i social per trovare info su prodotti e servizi.

Se il cross category ha una media del 32% i settori che spiccano di più per i valori sono gli apparecchi mobili (37%), i casalinghi (43%), i giocattoli (48%), l'elettronica di consumo (49%) e l’abbigliamento (50%). Sotto il valore medio troviamo il food (19%) e gli OTC (17%).

In Europa occidentale solo il 24% dei consumatori ha dichiarato di pagare i prodotti su “device” mobili contro l’83% della Cina e il 62% della Corea del Sud. Negli Usa l’incidenza dei supporti di comunicazione mobile è del 33%.

La disponibilità a usare gli smartphone e altri "device" mobili per il pagamento (29%) si scontra con le preoccupazioni per la sicurezza personale (57%) e per la tecnologia dei pagamenti ancora zoppicante (42%).

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