I nuovi volti della pubblicità italiana: Sergio Rodriguez

Rodriguez: (Jwt): patrimoni sociali, bellezza italiana, immagine, specializzazione

Sergio Rodriguez - Ceo e Chief creative officer Jwt

Cosa significa oggi fare pubblicità in Italia? Quale futuro si prospetta per lo scenario della comunicazione tra televisione e nuovi media? La parola passa alle menti creative del nostro tempo, al confronto su sfide e ambizioni di una contemporaneità dove il rapporto con la committenza è cambiato insieme al modello lavorativo e alle esigenze di business.

010_MARKUP06_2016_CStory_Domande1.Quello che mi piacerebbe fare se me ne capitasse l’occasione è una campagna per la rivalutazione dei nostri anziani. Oggi giorno, lo vedo con mia figlia, la ricerca delle fonti si basa su internet, sulla tecnologia e sullo standard. Mi chiedo: perché non fare una campagna sulla riscoperta delle fonti vere, dedicata agli autentici custodi della conoscenza nel nostro Paese? Ecco, se il Presidente del Consiglio me ne desse l’opportunità parlerei della vecchia generazione come reale patrimonio sociale e dell’umanità. La vera Wikipedia di oggi è nella testa dei nonni.

2.Da tanti anni avrei voluto fare una campagna sulla bellezza italiana, ma Expo mi ha rubato in parte l’idea con il padiglione Italia. Il mio personale punto di vista è quello di lavorare sui patrimoni italiani. Ho cercato di portare avanti questa filosofia anche in chiave di brand con l’ultima campagna Barilla, dove il camion guidato da Favino tocca alcuni tra i luoghi più belli d’Italia. Lo stesso discorso vale per lo spot Averna girato a Cefalù con Andy Garcia.

3.Quello che ci chiedono in primo luogo è di vendere, mentre prima della crisi le marche puntavano maggiormente sull’immagine. Oggi Barilla non usa più lo spot del gattino, dove il prodotto quasi non si vede, ma vuole che la pasta venga spiegata e raccontata. La richiesta di base è avere risultati misurabili nel minor tempo possibile. Questo vale in particolare per la televisione, che è rimasto il mezzo più rapido per cambiare le sorti di una marca. Il discorso della relazione si è invece spostato sui nuovi canali social, per i quali la promozione non è indicata. La comunicazione ideale di oggi è mixata e, in sintesi, ci vogliono più soldi di una volta.

4.Negli anni Settanta il nostro mestiere era nato con una codificazione e una struttura chiara, con un team creativo separato dalle altre funzioni. Oggi bisogna che tutti facciano tutto e sappiano occuparsi delle varie discipline. Si perdono in parte specializzazione e responsabilizzazione, il lavoro del creativo diventa a metà tra scienza e immaginazione. Quello che io ho cercato di fare è reimpostare il nostro lavoro sulla base dei vecchi criteri, partendo da un punto di vista umano e modificando la struttura dell’agenzia creando un ambiente unico, di dialogo e integrazione tra più reparti e più teste.

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