IDeA Taste of Italy fa crescere l’agroalimentare italiano

Il fondo specializzato negli investimenti in società italiane, facente capo a DeA Capital Alternative Funds (Gruppo De Agostini), è un investitore attivo: partecipa direttamente allo sviluppo e all’innovazione delle aziende (da Mark Up n. 267)

DeA Capital Alternative Funds Sgr è un fondo di private equity specializzato in investimenti diretti in società e imprese dell’agroalimentare italiano, focalizzati su aziende e settori tradizionali ed emergenti, in crescita e con possibilità/necessità di miglioramento e sviluppo, nazionale ed internazionale: l’obiettivo non si limita solo alle aziende dell’alimentare in senso stretto, ma si estende a settori collaterali ed essenziali come packaging, impianti di distribuzione e produzione, macchinari, accessori. Un esempio sono le due acquisizioni più recenti: Casa Vinicola Botter, di Fossalta di Piave (Ve), e la piacentina Cds. Casa Vinicola Botter festeggia 90 anni di storia nel 2018: è un’importante azienda specializzata nell’imbottigliamento, giunta alla terza generazione e alfiere del vino italiano all’estero dove vende il 97% della sua produzione. Cds, anch’essa azienda familiare, è specializzata nella produzione di chiusure in plastica per bevande e fornitrice dei principali imbottigliatori nazionali e internazionali.

Insieme ad Andrea Bertoncello, Pierluca Antolini è Managing Director di IDeA Taste of Italy, uno dei fondi specializzati controllato da DeA Capital Alternative Funds, a sua volta facente capo a Dea Capital (Gruppo De Agostini) che controlla anche Dea Capital Real Estate Sgr, specializzata nell’immobiliare.

Quali sono gli investimenti di IDeA Taste of Italy?

Abbiamo in portafoglio 5 partecipazioni: in ordine temporale, Gruppo La Piadineria, che abbiamo poi ceduto al fondo Permira, mantenendone, però, una quota di minoranza; Gelati d’Italia, della quale deteniamo il 70%, e che produce private label nei gelati industriali, con sede a Cavriago (Re); poi abbiamo una quota del 33% in Lurisia, marchio affermato nella produzione e distribuzione di acqua minerale e bibite lisce e gassate: in questa azienda partecipiamo pariteticamente all’investimento insieme a Eataly e alla famiglia Invernizzi. Infine arriviamo ai due recentissimi investimenti: il 35% in Cds srl, leader italiano nelle chiusure in plastica per bevande, e il 22% di Casa Vinicola Botter, azienda che opera nel settore dell’imbottigliamento e della quale vogliamo supportare lo sviluppo nei principali mercati esteri e anche in quelli, come la Cina, nei quali il vino italiano non è ancora adeguatamente conosciuto e apprezzato. Casa Vinicola Botter ha fatturato nel 2017 180 milioni di euro, con ebitda a 24 milioni; siamo entrati per supportare la famiglia nelle acquisizioni in Italia e per contribuire a managerializzare l’azienda. Oggi Casa Vinicola Botter produce una media di 86 milioni di bottiglie l’anno, e rappresenta il vino italiano all’estero, con tre tipologie principali (Prosecco, Pinot grigio e Primitivo), e un prodotto che per qualità e prezzo si colloca nella parte “core” del mercato.

A quanto ammontano complessivamente questi 5 investimenti e qual è l’orizzonte temporale della valorizzazione?

A circa 125 milioni di euro. Stiamo lavorando, ovviamente, su altre operazioni. Il fondo è partito con una dotazione di 218 milioni di euro, e abbiamo ancora disponibilità per una novantina di milioni.

Il nostro è un fondo che opera con approccio attivo: non ci sostituiamo ai manager, ma vogliamo partecipare attivamente allo sviluppo complessivo dell’azienda.

Un esempio di questo approccio è Lurisia della quale abbiamo rinnovato lo stabilimento, attivando la nuova fonte di Monte Pigna che parte quest’anno (9 milioni di euro complessivi di investimento), con raddoppio dei volumi di acqua; abbiamo innovato e ampliato il portafoglio prodotti acquisendo il 70% di un produttore di bibite (Rey Soda) che permette a Lurisia di proporre bevande non pastorizzate: lanceremo 5 nuovi prodotti e un nuovo packaging per l’acqua minerale. Vogliamo fornire un supporto in termini di organizzazione, processi produttivi e logistici, ma anche amministrativi e gestionali: assumiamo il controllo (maggioritario o minoritario, dipende dai casi: spesso sotto forma di aumento di capitale) di aziende familiari leader in termini di mercato e di marchi, per renderle più manageriali, farle crescere e poi valorizzarle con la quotazione in Borsa o la cessione ad altro operatore.

Come nel caso di Casa Vinicola Botter e prima ancora del Gruppo La Piadineria.

Esatto: per la prima prevediamo la quotazione in Borsa nei prossimi 3-5 anni. Gruppo La Piadineria è un caso esemplare: siamo entrati nel 2015 quando la catena fatturava 20 milioni di euro e aveva 4 milioni di ebitda; l’abbiamo ceduta l’anno scorso con un fatturato di 56 milioni e un ebitda di 18. Tutti i locali La Piadineria sono in utile; e adesso l’azienda ha cominciato lo sviluppo fuori dai confini nazionali: abbiamo aperto due locali in Francia, a Nizza e Marsiglia, e sempre a Nizza ne stiamo aprendo un terzo. Tutti a gestione diretta.

Quando siamo entrati, Gruppo La Piadineria aveva 85 locali (25 diretti e 60 in franchising), adesso sono 170 (99 diretti e 71 in franchising). Solo l’anno scorso ne abbiamo aperti 38.

I percorsi sono lunghi, ma soddisfacenti.

L’alimentare è un settore delicato, necessita di esperienza, tempo e calma. Siamo entrati in Lurisia a gennaio 2017 e solo quest’anno saremo a regime produttivo dopo gli investimenti e gli ampliamenti. IDeA Taste of Italy scade nel 2024, i nostri fondi hanno un orizzonte temporale che si prolunga nel quinquennio, rispetto al periodo medio di tre anni degli altri fondi di private equity tradizionali.

Su quali settori orienterete gli investimenti?

L’agroalimentare è una somma di diverse industrie, di modelli di business differenziati ma integrati in un sistema di filiera molto articolato e omogeneo. Allargando il perimetro degli investimenti ai mercati accessori, vediamo molte e diverse opportunità: a partire da tutta l’area salutistica, incluso il biologico: qui non escludo investimenti, ma vogliamo evitare le mode del momento. Un’altra area d’interesse è costituita dai produttori di ingredienti. L’obiettivo è comunque quello di entrare in aziende che crescono: noi vogliamo aggiungere, arricchire, non togliere ed eliminare.

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