Identikit del consumatore informato in 3 punti

Il nuovo numero dei Quaderni di GS1 Italy approfondisce i nuovi percorsi d'acquisto e il ruolo dell'informazione per gli italiani

È ormai ampiamente chiaro a tutti quanto la vasta accessibilità alle informazioni sui prodotti abbia modificato il percorso d'acquisto dei consumatori. Sapere, per loro, è diventato potere. Non solo. Questo mare magnum di nozioni produce movimenti contrastanti, dalla ricerca di punti fissi e stabili alla costante disponibilità a mettere in discussione gli stessi a fronte di nuovi indizi ed elementi probatori.

Del resto, come già rilevato dall'Ad Conad Francesco Pugliese, la fiducia non è più una questione tecnica e di mera autorevolezza, ma qualcosa da guadagnare con una presa di posizione precisa ed autentica.
Ad indagare ed approfondire il binomio informazione-spesa è il nuovo numero dei Quaderni di GS1 Italy, disponibile gratuitamente sul sito web dell'azienda.  Ecco tre trend fondamentali emersi dalle ricerche contenute nel report.

  1. Lo shopping è un percorso esplorativo, soprattutto nel food
    Per il 44% degli italiani fare la spesa rappresenta un momento di stacco e di relax, talvolta anche di piacere. Per questo il tempo dedicato allo shopping si connota sempre di più come un’occasione in cui conoscere più da vicino i prodotti e i punti di vendita, valutarne qualità e convenienza, decidere cosa e dove comprare. È l’informazione alimentare, in particolare, quella di cui il pubblico coglie innanzitutto la dimensione di positività, gradevolezza e costruttività, in linea con una sua maggiore influenza sulla salute. Le informazioni più ricercate sono la data di scadenza e il prezzo, ma sono molto considerate (anche se non per tutti i prodotti) anche le indicazioni relative a ingredienti, origine, proprietà nutrizionali e modalità produttive.
  2. Il primo touchpoint informativo resta il negozio fisico
    La possibilità teorica di iper-informarsi si scontra però con un limite insuperabile: il tempo a disposizione. E così, in definitiva, il punto di vendita fisico continua ad essere preferito sia a livello informativo sia transattivo persino da target già ben digitalizzati. Il processo informativo risulta quindi meno digitalizzato di quello che ci si potrebbe aspettare e la visita in store è un'esperienza determinante per scegliere cosa mettere nel carrello, anche nel food come visto.
  3. Le informazioni non bastano, si cerca una guida condivisa per capirle
    Se il ruolo dell’informazione è destinato a crescere, è altrettanto vero che all’informazione si chiede sempre più di fare davvero la differenza e di essere facilmente "digeribile". Molti consumatori, infatti, sentono di non avere sufficienti competenze per valutare le informazioni a disposizione e soffrono la mancanza di figure autorevoli e di paradigmi nutrizionali attendibili e condivisi. In sintesi: non basta comunicare alle persone le caratteristiche di un prodotto, occorre dar loro una chiave di lettura che consenta di individuarne il senso e il valore.

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