Il franchising si candida
a modello di riferimento

Basata sulla condivisione del rischio, la formula dell’affiliazione risulta in alcuni casi la gestione prevalente della rete anche presso la GD. Luci e ombre (da Markup 225)

Per l'articolo completo scaricare il Pdf

Modello commerciale per eccellenza fra quelli basati sulla condivisione del rischio, sorprende relativamente poco che il franchising nel suo insieme si sia dimostrato una formula imprenditoriale particolarmente vivace, anche e soprattutto nel periodo di progressiva contrazione delle dinamiche di sviluppo. L'anno 2012 conferma la capacità di tenuta delle reti italiane in affiliazione, che raccolgono complessivamente 23,3 miliardi di euro in oltre 52.000 negozi gestiti da franchisee (fonte: Assofranchising). Un giro d'affari che va considerato positivamente al netto delle prestazioni delle agenzie immobiliari, le vere perdenti degli ultimi 12 mesi perché particolarmente esposte ai venti recessivi. Secondo gli esperti, esiste una naturale relazione tra tasso di disoccupazione e lancio nel mercato di nuove imprese commerciali affiliate.

Non una panacea
L'accresciuta propensione al rischio imprenditoriale è proporzionale alla precarietà nell'occupazione e la struttura logica-operativa della formula offre le opportunità di creare impresa con la minore esposizione possibile. Non la panacea dei mali del sistema distributivo nazionale, ma certamente un elemento di alta flessibilità.
Per la natura stessa del proprio business, la distribuzione moderna è la regina del franchising. Sia nell'alimentare che nel non-alimentare i negozi di superficie maggiore di queste catene permettono incassi mediamente superiori a quelli degli altri punti di vendita affiliati presenti nel mercato.
Il punto è semmai un altro ed è stato perfettamente colto dall'Autorità della concorrenza nella sua indagine conoscitiva sul settore del 2013: non esistono dati concordanti e certi che permettano di quantificare con esattezza l'incidenza del franchising nella Gdo. Questo perché i contratti di tale formula commerciale si confondono in numerose altre tipologie di legami contrattuali che vincolano più o meno strettamente le imprese, quali i contratti di affitto d'azienda, di somministrazione o di adesione consortili. Quindi si va dai 7,7 miliardi di euro segnalati da Assofranchising, pari a un terzo esatto del business generato in affiliazione, ai 9,3 miliardi di euro calcolati fra le sole imprese associate di Federdistribuzione, fino alle stime ipotizzate dall'Antitrust attorno ai 30 miliardi di euro, quale proiezione di un franchising esteso al 46% dei punti di vendita Gdo attivi nel Paese. Da rilevare che l'Authority ha inteso raccogliere informazioni dirette presso le catene distributive, riscontrando in maniera autonoma come “la formula abbia un'incidenza di gran lunga superiore rispetto a quanto supposto, risultando in alcuni casi la modalità di gestione prevalente della rete”.

Allegati

225_Franchising_Gdo
046_MARKUP225_01_2014_Trend_Frachising.pdf

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome