Il marchio Italian Quality può difendere il made in Italy?

di Anna Tuteur & Think&Link

La contraffazione e la falsificazione dei prodotti alimentari made in Italy fa perdere all’Italia, secondo la Coldiretti, oltre 60 miliardi di euro di fatturato una cifra impressionante soprattutto se paragonata ai dati delle nostre esportazioni. Infatti, ad agosto 2014 il saldo commerciale del nostro export è stato di +2,1 miliardi, +1,0 miliardi rispetto ad agosto 2013, unico dato macroeconomico positivo della nostra bilancia economica. Durante gli ultimi anni il Parlamento è intervenuto a tutela del made in Italy. Per esempio il decreto-legge 135/2009 ha introdotto una regolamentazione dell’uso di indicazioni di vendita che presentino il prodotto come interamente realizzato in Italia, prevedendo una sanzione penale per l’uso indebito di tali indicazioni di vendita ovvero di segni o figure che inducano la medesima fallace convinzione. Inoltre, ha previsto l’istituzione presso il Ministero dello sviluppo economico del Consiglio nazionale anticontraffazione, con funzioni di migliorare l’azione complessiva di contrasto della contraffazione a livello nazionale.
Per quanto riguarda la materia della proprietà industriale la legge 99/2009 ha introdotto delle modifiche al Codice (decreto legislativo 30/2005), incidendo su profili sia di natura sostanziale sia processuale. Successivamente, con la legge 55/2010, sono state introdotte disposizioni in materia di commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri, anche con riferimento alla riconoscibilità e tutela dei prodotti italiani per poi arrivare nel luglio del 2010 ad istituire una Commissione parlamentare monocamerale di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale. Nonostante gli sforzi, però, ancora non si è riusciti a limitare la contraffazione dei nostri prodotti. Di fronte ad una simile emergenza il Parlamento ha promosso nuove iniziative sia alla Camera che al Senato, incominciando ad esaminare la proposta della sen. Valeria Fedeli sull’istituzionalizzazione del Marchio “Italian Quality” e la proposta dell’on. Angelo Senaldi, su “nuovi sistemi di anticontraffazione per consentire al consumatore l’identificazione dei prodotti di origine italiana”.

Sulle esportazioni
Il primo provvedimento mira a favorire la crescita delle esportazioni, nonché a garantire la protezione dei consumatori attraverso la piena e corretta informazione in ordine al ciclo produttivo delle merci, mediante l’istituzione del marchio “Italian Quality”. L’istituzione del marchio è volta all’identificazione dei prodotti finiti realizzati da professionisti, artigiani ed imprese, iscritti alle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e aventi domicilio fiscale nel territorio italiano. Secondo la sen. Fedeli un ruolo molto importante lo svolgerà il Ministero dello sviluppo economico, essendo l’istituzione di riferimento sul quale ruota l’impianto del provvedimento. Infatti, il ministero, provvederà alla registrazione del marchio in sede comunitaria e internazionale e predisporrà campagne annuali di promozione del marchio nel territorio nazionale nonché sui principali mercati italiani. Inoltre sarà previsto l’istituzione, salvo modifiche, sempre presso il Ministero dello sviluppo economico, dell’albo delle imprese abilitate a utilizzare per uno o più prodotti il marchio “Italian Quality”. Albo che sarà accessibile a tutti in quanto pubblicato sul sito internet del Ministero stesso.
Inoltre il ministero dello sviluppo economico avrà la possibilità di segnalare all’autorità giudiziaria, per le iniziative di sua competenza, i casi di contraffazione e di uso abusivo del marchio. Altrettanto importante sarà la possibilità per le imprese facenti parte di reti, organizzazioni di produttori, consorzi, di concertare con le regioni, i comuni e le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura interessati, ad azioni promozionali dei prodotti contrassegnati dal marchio “Italian Quality”. Il provvedimento, in esame nella Commissione Industria del Senato, sembra ancora lontano dalla sua approvazione definitiva anche per via dei numerosi lavori istituzionali. La proposta dell’on Senaldi mira ad introdurre agevolazioni per le pmi e per i distretti produttivi che adotteranno sistemi di tracciabilità attestati da codici a barre, che consentiranno ai consumatori di identificare i prodotti made in Italy. Inoltre, tra le disposizioni previste, il provvedimento si pone l’obiettivo di inasprire le pene pecuniarie nei casi di contraffazione dei prodotti venduti.

In attesa del vaglio
La proposta di legge è in esame nella Commissione Attività produttive della Camera che ha già deliberato l’adozione di un testo base sul quale procedere con le fasi successive dell’iter legislativo relative alla presentazione, votazione degli emendamenti e approvazione del provvedimento in questo ramo del Parlamento, per poi passare al Senato. In ogni caso ci auguriamo per il nostro export e per i nostri imprenditori che il Parlamento faccia uno sforzo ulteriore affinché venga posata un’ulteriore pietra per la tutela dei nostri prodotti che, dobbiamo ricordare con orgoglio, sono rari nella loro forma e unici nella loro bellezza.

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