Il marketing che ha un problema con la diversity

L'incapacità dei brand di rappresentare i gruppi minoritari, includendo nel messaggio differenze etniche, sessuali e fisiche (disabilità). Lo svela una ricerca sul marketing inglese, che apre agli stessi quesiti anche per noi.

Rappresentare la diversity intesa come differenziazione etnica, sessuale, fisico-estetica, in questo caso soprattutto rispetto alla disabilità, ma anche come varietà di stili di vita ed esperienze. Questa la grande sfida che oggi il marketing sta perdendo secondo la doppia indagine effettuata da Marketing Week in collaborazione con One Poll, che ha coinvolto 2mila consumatori britannici e quasi 1.000 professionisti inglesi del settore.

masthead-diversity980by600Il 65% degli intervistati ritiene che la maggioranza dei marchi non sia in grado di rispondere alle molteplici realtà che popolano il Paese e che tutti i giorni le persone vivono. Il 38% afferma che i brand abbiano poco o niente a che fare con la quotidianità e la modernità della società inglese e che restituiscano con i loro messaggi un’immagine delle persone falsata e tutt’altro che autentica. Solo il 5% del totale si schiera a sostegno della tesi opposta.

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Campagna di United Colors of Benetton

Fatto ancor più significativo è che questa percezione sia ampiamente condivisa da chi fa parte dell’ambito, con il 42% dei marketer convinti che il brand per il quale lavorano non stia avendo successo nel rappresentare la contemporaneità, sia per quanto riguarda il marketing, sia per l’advertising. Il 54% di loro, inoltre, sostiene che se tale aspetto venisse implementato ne beneficerebbero indubbiamente anche predisposizione all’acquisto e vendite.

La ricerca coinvolge il territorio inglese, ma c’è da attendersi che, se la questione resta aperta in una comunicazione di cultura anglosassone, la stessa domanda debba porsela anche il marketing italiano. Come abbiamo già visto anche qui su Mark Up, c’è chi si è messo all’opera senza attendere ulteriori conferme, aprendo allo scenario della diversity e alimentando un nuovo trend per la brand identity.

 

 

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