Il panorama internazionale della formazione aziendale

Di Loredana Oliva

L'urgenza italiana è quella di ridare forza alle piccole e medie aziende. Tra le varie strade da percorrere vi è quella della formazione, ovvero corsi specifici per le aziende la cui flessibilità e adattabilità, insieme a un costo contenuto e spesso condiviso tra imprese e business school, sta dando uno stimolo importante al settore formativo.
I ranking 2014 del Financial Times sull’Executive Education - open (http://rankings.ft.com/exportranking/executive-education-open-2012/pdf ) and customized (http://rankings.ft.com/exportranking/executive-education-customised-2014/pdf) - mettono in luce un folto gruppo di business school (quest’anno 80, sino all’anno scorso una settantina) e d’istituzioni certificate per la formazione dei manager e della gorvernance aziendale. Si tratta di un indicatore che attraverso l’analisi dei criteri che valutano i corsi rivolti a chi ha posizione di leader e governance in azienda, ma anche gradi più operativi con responsabilità di team, di aree aziendali o di brand, si possono identificare le aree del mondo che nonostante la crisi hanno investito in formazione, e dove questi corsi sono efficaci e qualche volta decisivi per risollevare le sorti di un’impresa. Tra i parametri considerati nella classifica dei corsi executive, quelli che pesano di più sono basati sul giudizio delle imprese clienti.
Financial Times valuta annualmente i programmi open e customized. La formazione offerta a catalogo (detta open) è scelta dalle aziende secondo le esigenze dei settori e di altre variabili; vede la composizione di classi miste, con manager provenienti da imprese ed esperienze lavorative diverse. Si propone, nell’ambito della formazione erogata, a figure junior (28/30 anni) o senior (45/50 anni).
I programmi di formazione su commessa (customized o custom programs) sono, invece, strutturati sulle esigenze delle singole imprese cliente. Si va dai corsi di general management a quelli più funzionali, su change management, sales management, finance for non finance, project management, people management, leadership, market access. Il ranking dei corsi a catalogo tiene conto di oltre 30 parametri, in maggioranza derivanti dal giudizio dei partecipanti, altri dalla raccolta d’informazioni presso le scuole; i parametri considerati nella classifica dei corsi su commessa tra i quali quelli che pesano di più sono basati sul giudizio delle imprese clienti.

Le italiane
Tra le business school italiane, che progressivamente nel tempo sono entrate in queste classifiche - a oggi sono tre - Sda Bocconi è 11a al mondo per la formazione su misura. Nel ranking Executive Education 2014 del Financial Times sulla formazione manageriale le altre scuole di management entrate in classifica sono School of Management del Politecnico di Milano (MIP) al 65° posto, e il campus di Torino della Business School ESCP (Francia, Spagna, Germania, UK, Italia) che si colloca al 56esimo posto sulle 80 recensite.

Le scuole internazionali
A livello mondiale l’americana Duke è in cima alla classifica dei programmi “customized” sulla Corporate Education per il 13° anno consecutivo. HEC Paris, la segue molto da vicino arrivando al secondo posto e riducendo fortemente il divario negli ultimi cinque anni. Le aziende sono le vere testimonial del successo di questo tipo di formazione. Tra i commenti registrati su questa qualità di formazione specifica, arriva un plauso dalle Risorse Umane della multinazionale farmaceutica Boehringer Ingelheim: "Attraverso questo tipo di training, si prende davvero a cuore l'esito del programma e si lavora su di esso sino a quando non abbiamo raggiunto tutti i nostri obiettivi".
IMD, in Svizzera, conferma il successo degli anni passati nella classifica dei programmi open grazie miglior punteggio complessivo ottenuto dai partecipanti. Al vertice della classifica vi sono scuole che hanno operato dei cambiamenti nelle metodologie, nel seguire dei casi aziendali molto da vicino sino a trovare soluzioni complete. Tra queste vi sono l’INSEAD, l'Università del Michigan, e Wharton University of Pennsylvania. Ma la partita internazionale oggi si gioca tra le economie emergenti: le aziende asiatiche, brasiliane, coreane, mandano i propri manager ad assorbire idee, competenze, a crearsi un portafoglio di conoscenze, ma anche di contatti, con i colleghi del Vecchio Mondo.

 

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