Il peso della cultura si allevia con pausa caffè (in libreria)

Esperti – La pressione promozionale delle case editrici ha raggiunto livelli paragonabili a quelli dei tagli prezzi della Gda. Nei multimedia store regge il traffico ma non le vendite. Che fare? (Da MARK UP 195)

1. Si dice che l’Italia sia un paese di non lettori, ma il traffico nei megastore librari è sempre intenso
2. Le librerie tradizionali (indipendenti) reggono solo se si specializzano od offrono un importante supporto nel vicinato


Mentre scrivo, la Bibbia - sì, proprio “quel” libro - è tra i dieci titoli più venduti in Italia in compagnia dei soliti Andrea Camilleri, Niccolò Ammaniti e Ken Follett, un segno di quanto il mercato della cultura in Italia sia tornato indietro. Non voglio soffermarmi sui motivi, evidenti a tutti, della caduta dei consumi culturali nel nostro paese, ma sugli effetti. Si legge poco e male: solo il 50% dei giovani legge un libro al di fuori degli obblighi scolastici, e il mercato produce a getto continuo un numero pletorico di novità spesso a scapito della qualità. La pressione promozionale delle case editrici ha raggiunto livelli paragonabili a quelli dei tagli prezzi della grande distribuzione su prodotti come birra, pasta e parmigiano reggiano. Tanto che la Commissione Cultura del Senato, su sollecitazione degli autori (e soprattutto dei librai, ndr), sta lavorando a una legge che fissi un tetto massimo agli sconti.
Nell’evoluzione dei canali distributivi, le librerie indipendenti tendono a chiudere o a essere assorbite dai gruppi più grandi come Feltrinelli e Mondadori, schiacciate da un lato dai megastore specializzati, dall’altro dagli esercizi della grande distribuzione alimentare e - fenomeno più recente - dai reparti libri nelle grandi superfici specializzate di elettronica di consumo. Ometto, ma non dimentico, internet, libri elettronici e iPad, perché in un mercato come il nostro è inutile parlare di tecnologie innovative: purtroppo non si legge né su carta né su file!

Evoluzione dei formati
Nel retail i formati di Fnac o Feltrinelli Libri e Musica hanno rivoluzionato il mercato alla fine degli anni Novanta, in piena new wave commerciale caratterizzata, fra l’altro dall’arrivo di Zara e dallo sviluppo della formula factory outlet center. Il multimedia store proponeva un’esperienza alternativa al grande magazzino dei centri città: più livelli e più merceologie dedicate alla tecnologia e alla cultura, libero servizio, novità continue, sistemi di fidelizzazione evoluti e libertà di non acquistare ma di passare qualche ora di puro intrattenimento. A dieci anni di distanza il successo di pubblico, il traffico, regge ancora, anche perché le location sono tutte primarie, ma le vendite, e quindi i conti, non reggono più, specialmente per chi come nel settore libri è costretto a vendere tutto il proprio catalogo. Che fare? Non è facile trovare soluzioni nella fase attuale di mercato.

Specializzazione e ristorazione
Si possono comunque suggerire alcuni orientamenti: come una maggiore specializzazione, e la valorizzazione degli spazi e dei flussi. Si può prendere ispirazione dal dettaglio tradizionale, dove le librerie che funzionano, sempre che l’insostenibilità degli affitti non sballi i conti, sono quelle che si specializzano su un tema o un target: mettere in gioco la propria genericità è un buon esercizio anche per razionalizzare una rete disomogenea per formati e location. Oppure virando su una prospettiva più immobiliarista, il contenitore può essere appetibile per creare corner e shop-in-shop di altre marche, oltre i tentativi già espressi nella cancelleria, articoli da regalo o accessori elettronici. Da ultimo se il traffico regge e milioni di persone entrano in questi negozi nei centri storici, nelle stazioni/aeroporti, e nei centri commerciali, forse la cosa più semplice è provare a offrire momenti ristorativi di qualità. Nella difficoltà cronica del settore ristorazione di trovare location comode ed economiche, uno spazio come una libreria può far comodo. Mentre sfoglio (e non compro) la Bibbia, mi bevo un bell’aperitivo!

*M&T

Educarli da piccoli
Sono iniziative individuali, ma proprio per questo più apprezzabili: alcuni asili di Milano fanno conoscere ai bambini il mondo della cultura portandoli alle biblioteche comunali più vicine. Piccoli lettori che ogni settimana si emozionano nello scegliere il loro libro da scaffali grandissimi portandosi a casa un tesoro da conservare con attenzione. Poi ci prendono gusto e vanno a vedersi anche una mostra di Salvador Dalì!

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