Il senza glutine? Per i celiaci (e non solo)

In Italia il segmento dei prodotti gluten free. nel 2014 ha registrato una crescita delle vendite del 32,1% e vale 237 milioni di euro, tanto che da quest’anno pasta e biscotti senza glutine sono stati inseriti nel paniere Istat. L’universo di chi non assume prodotti con glutine, nel frattempo, si sta scoprendo molto variegato: da una parte ci sono le persone che soffrono di celiachia, dall’altra quella che hanno una particolare sensibilità al glutine. Dall’altra ancora quelle che scelgono i prodotti “senza” per convinzione e stile alimentare personale. Le aziende per inseguire questi target pongono in essere strategie diversificate, da confrontare.

Dr. Schär, brand switch. È il principale player del mercato del gluten free in Italia: 45% del mercato. Dr. Schär è attivo nel canale farmacia e nella gdo. Sino ad oggi l’azienda ha sempre avuto una politica a marchi diversificati, nel nostro Paese. Nel retail generalista era presente con il marchio DS-gluten free, mentre nello specializzato (e farmacia) con il brand Schär. I dati indicano che i consumatori richiedono con forza di affiancare anche altri canali alla farmacia -che comunque rimane il riferimento per l’acquisto, per chi soffre di celiachia-, come i negozi specializzati e soprattutto la gdo. Proprio questo canale ha fatto registrare una migliore performance di crescita, spiega l’amministratore delegato di Dr. Schär, Hannes Berger: “Conquistando fette di mercato rispetto a farmacia e negozi specializzati, passando dal 20% del 2010 al 30% del 2014. Per questo motivo abbiamo scelto, dal mese di aprile, di dare seguito a un’attività di brand switch, portando i prodotti a marchio Schär, finora disponibili solo in farmacia e nei negozi specializzati, sugli scaffali della gd, in sostituzione di quelli DS-gluten free”. In tale ottica è stato recentemente sviluppato un progetto di category management con Coop Lombardia, con l’obiettivo di ottenere che la categoria gluten-free riuscisse, all’interno dei negozi, a cambiare ruolo, passando da “convenience” a “destination”. Di diventare cioè la prima opzione di scelta da parte del target sensibile. Il piano ha previsto lo scorso aprile l’avviamento dello switch. Nel mese di maggio partirà la prima campagna tv, mentre per il mese di ottobre sono previste attività in-store, promozioni e il secondo flight della campagna tv. Con la nuova brand strategy l’azienda altoatesina offre una gamma più ampia di referenze -dalla colazione alla cena, dallo snack alla merenda, dal dolce al salato, dai prodotti ambient a quelli frozen- e un mondo di servizio allargato, che va dallo Schär Club fino al portale per viaggi senza glutine GlutenFreeRoads.

Oltre l’intolleranza, la gluten sensitivity. Che il mercato del senza glutine stia registrando una crescita a doppio zero, lo dimostrano tanti fattori, tra i quali l’aumento dei celiaci diagnosticati e la nascita sempre più frequente di aziende che producono e commercializzano prodotti privi di glutine. Parlare di semplice intolleranza al grano come di un problema di nicchia è ormai superato. “Oltre alla celiachia diagnosticata -spiega la marketing manager di Pandea Dietetica- oggi è molto diffusa la ‘gluten sensitivity’, che porta ad avere sintomi simili a quelli della celiachia o dell’allergia al grano, senza però essere affetti da nessuna delle due patologie. In molti casi si tratta di una situazione transitoria, in cui comunque è necessario attenersi a una dieta gluten free”. In quest’ottica, si rende necessario proporre un’offerta sempre più simile a quella “normale” e quindi ampia e accattivante per prezzo e gusto. Questa è la scelta dell’azienda Pandea Dietetica, società del Gruppo Malgara Chiari&Forti, che offre prodotti il cui sapore è del tutto simile a quello dei prodotti convenzionali. L’azienda vanta un 10% di quota di mercato nel retail e un 5% nel canale farmacia; propone, con i suoi marchi Liberi di Mangiare, Pandea, Celì e Free to Eat un assortimento diversificato, per coprire tutte le occasioni di consumo. Referenza di punta è la fetta biscottata, prodotta anche per numerosi competitor.

Il glutine diventa friendly - Grazie a una procedura per la detossificazione delle proteine delle granaglie di frumento

Dalla ricerca italiana arriva una scoperta che tra un paio d’anni potrebbe rivoluzionare la vita di milioni di persone nel mondo e le strategie di molte aziende agroalimentari: pasta, pane, biscotti a base di farina di frumento da gluten free potrebbero diventare gluten friendly. Sulla base dell’intuizione di Carmen Lamacchia, un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell’ambiente dell’Università di Foggia ha messo a punto una procedura per la detossificazione delle proteine delle granaglie di frumento che consiste nell’idratare la granella e sottoporre per pochi secondi il cuore del chicco (dove si concentra la componente proteica) ad elevate temperatura grazie all’azione delle microonde.

Brevetto e spin-off. Per completare la ricerca e dare la massima diffusione mondiale al processo di detossificazione, l’Università di Foggia ha scelto come partner industriale il Gruppo Casillo di Corato (Bari). La partnership ha previsto un contributo al sostegno della ricerca pari a 800.000 euro, la somma più consistente mai stanziata da un privato in favore della ricerca di un’università italiana; Casillo, a sua volta, ha ottenuto il diritto di prelazione sull’acquisto di una quota di partecipazione dello spin-off entro il tetto del 25%.
Nella fase di commercializzazione sarebbe partner industriale esclusivo. “Per stare sul mercato non conta essere i migliori, è importante ma essere unici. E davvero unica è questa ricerca -commenta Pasquale Casillo, presidente di Casillo Group-. Da qui la decisione di sostenere lo sviluppo del brevetto e in seguito contribuire alla fase di industrializzazione del processo integrandolo alle attuali fasi della molitura dei cereali”. I tempi sono ancora lunghi, ma la scoperta vale l’attesa.

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