Inalca-Cremonini con missione global

di Raffaella Pozzetti

È tempo di espansione in Casa Inalca-Cremonini. Il gruppo intasca la firma con il governo kazako per l'apertura locale di una piattaforma comprendente macellazione e lavorazione di carni bovine e commercializzazione sul mercato nazionale e verso la vicina Cina. La strategia prevede supporti per la valorizzazione degli allevamenti esistenti e l'avvio di allevamenti di proprietà in breve tempo. Si tratterà di allevamenti da ingrasso con cui valorizzare la produzione bovina locale. Inalca conta di portare in operatività l'impianto entro il prossimo biennio, incrementando così la capacità di macellazione nell'area. Attualmente il gruppo si appoggia alla piattaforma di Orenburg, nei pressi del confine con il Kazakhstan, che gestisce circa 100.000 capi bovini. Nell'area russa Cremonini lavora attualmente con 6 centri di produzione e smistamento complessivi (in Africa sono 16). Il giro d'affari di Inalca è di 1,4 miliardi di euro, mentre il gruppo raccoglie 3,3 miliardi di euro.

Luigi Scordamaglia_2014Scordamaglia: con Unipeg, miriamo a valorizzare la produzione bovina Made in Italy
L'amministratore delegato spiega i progetti di sviluppo legati alla recente acquisizione, con cui l'azienda consolida ulteriormente la propria posizione sul mercato domestico. Acquistando Unipeg, Inalca (gruppo Cremonini) diviene il primo polo nel segmento della trasformazione della carne, con una quota di mercato che oscilla fra il 17% ed il 24%: la percentuale varia a seconda delle due fonti principali cui si fa riferimento, Databank o Ismea. E si modificano, di fatto, anche gli equilibri all'interno del mercato della carne. Ne abbiamo parlato con Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Inalca

Oggi avete una posizione di indiscusso primato nel comparto, anche in termini di market share. Qualche competitor avrà storto il naso...
Non vedo francamente perché! Voglio rispondere in proposito non con le mie parole, ma con quelle dell'Antitrust. Ecco quanto riportato nel Bollettino Antitrust n. 16, del 16/5/2016“...la presente operazione, pur comportando la concentrazione tra il primo e il secondo operatore nazionale nel settore delle carni bovine, non appare idonea a provocare effetti tali da eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza sui mercati interessati”. In altri termini, l'Antitrust ci ha dato l'ok a procedere all'acquisizione perché, anche mettendo insieme tutta questa nostra importante capacità produttiva, arriviamo ad una percentuale di concentrazione che è lontanissima dal determinare una riduzione della libertà di concorrenza.

Si tratta comunque di una svolta importante per il vostro gruppo
La valenza strategica del progetto è indubbia, innanzitutto perché ci consente di dar vita a un nuovo polo agrozootecnico interamente italiano in grado di competere a livello internazionale e quindi valorizzare al meglio la nostra produzione. Le nostre radici produttive sono infatti rappresentate dagli allevamenti italiani, per un network oggi ancora più vasto, dato che include anche la rete legata ad Unipeg. Contestualmente, consolidando, razionalizzando e anche specializzando sia gli impianti produttivi di Inalca che, oggi, quelli derivanti da Unipeg, abbiamo creato una struttura molto più efficiente nel valorizzare e premiare il lavoro quotidiano e non semplice dei nostri allevatori.

Ci spieghi meglio questo punto
Unipeg ha sempre fatto un mestiere molto tradizionale di vendita alla gdo e al normal trade di carne bovina; Inalca si è invece caratterizzata dall’aver sempre associato a tale attività tradizionale una industrializzazione spinta della produzione. In questo senso ricordo che siamo leader in Europa nella produzione di hamburger e tra i primi nella carne in scatola. Nella fattispecie, produciamo oltre 100.000 ton all’anno di hamburger e 200 milioni di scatolette, con 7.200 referenze di prodotto (con i marchi Montana, manzotin, Ibis e Corte Buona). Inalca ottiene da un singolo bovino circa 3.000 differenti articoli contro le poche centinaia di un nostro concorrente medio.
Questo perché ogni singola parte dell’animale e ogni singolo taglio vengono differenziati e diversamente valorizzati in tutti i differenti canali commerciali che riusciamo a coprire e nei numerosi mercati mondiali in cui commercializziamo i nostri prodotti. Per questo servono volumi e processi di trasformazione industriali avanzati che ora mettiamo al servizio anche del bacino di allevatori Unipeg.

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