Intelligenza artificiale e aziende italiane: a che punto siamo

Solo il 20% delle aziende italiane dichiara l’effettiva adozione di soluzioni di intelligenza artificiale e di queste solo il 5% a livello maturo. Il 36% sostiene di aver cominciato da poco la sperimentazione di tecnologie e/o servizi A.I. o di averla pianificata per i prossimi 12 mesi, mentre il restante 44% afferma di non prevedere l’adozione di soluzioni di questo tipo.

Uno scenario,dunque, ancora di scarsa consapevolezza per le imprese del nostro Paese, contraddistinto da un sistema a due velocità e da un prevedibile “A.I.-Divide”. Questo quanto emerge dalle risposte delle 128 aziende coinvolte da un'apposita indagine presentata all’Università Iulm nel corso del convegno Big Data & AI: The Future of Marketing e realizzata dall’Osservatorio Italiano sull’Artificial Intelligence Marketing.

Nota metodologica. Partendo dal presupposto che l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale rappresenta una nuova rivoluzione non solo industriale, ma anche sociale e umana già in atto in tutto il mondo, l’analisi ha coinvolto aziende di diverse industry: servizi alle imprese, settore bancario e finanziario, comparto IT, Telco & Media. L’indagine si è svolta attraverso una survey online in modalità Cawi (nel bimestre aprile-maggio 2018) ed è stata rivolta ai responsabili marketing e comunicazione che operano nelle aziende e per le aziende.

Circa la metà del campione (52%) è a conoscenza del significato più corretto e completo di intelligenza artificiale, connesso all’abilità di un computer di svolgere funzioni e ragionamenti tipici della mente umana. L’altra metà collega invece l’idea di A.I. a quelli che sono gli utilizzi più noti anche al grande pubblico, come le chatbot e i robot. Il 74% delle aziende è consapevole che l’intelligenza artificiale può essere impiegata anche nel campo del marketing e della comunicazione. Tuttavia, la quasi totalità dei marketers (97%) dichiara la necessità e l’interesse a sviluppare le conoscenze e le competenze presenti in azienda relativamente alle applicazioni di A.I..

Come principali ostacoli all’adozione di tecnologie A.I. emergono: la carenza di risorse economiche, di tecnologia e di personale formato sul tema (41%); la cultura interna e la bassa propensione al cambiamento in ottica di digital transformation, connesse alla scarsa comprensione di quali siano le applicazioni e le potenzialità (48%); la percezione che tali soluzioni non siano applicabili al proprio business (10%).

Sul fronte degli investimenti, oltre la metà delle aziende del campione investe in A.I. una quota inferiore al 5% del budget destinato alle attività di comunicazione e marketing; un incoraggiante 80% indica che nei prossimi 12 mesi questa percentuale è destinata a crescere.

In sintesi: l’intelligenza artificiale risulta una sfida importante da cogliere (il 74% delle aziende risponde in tal senso), ma per farlo occorre essere in grado di percepire, da subito, l’efficacia economica di queste soluzioni applicate al marketing.

Le effettive funzioni organizzative che sono attualmente coinvolte nell’adozione di soluzioni di questo tipo sono ancora infatti soprattutto quelle dell’IT(46%), dell’automazione e robotica (23%), della ricerca e sviluppo (38%).

Nell’ambito del marketing, il 56% individua l’assistenza virtuale (bot e live chat) quale immediata declinazione dell’A.I., mentre il 44% comincia a coniugarla con la gestione e l’utilizzo dei (big) data aziendali.

Rispetto alla percezione del grado di maturità delle aziende che dichiarano di stare utilizzando servizi o piattaforme di A.I., il 22% del campione si è definito "neonato"; il 30% "bambino"; il 41% "adolescente"; il 4% “adulto” e il 4% “maturo”.

 

Da queste premesse, emerge uno scenario di un sistema impresa incuriosito e al tempo stesso disorientato, alla ricerca di indicazioni e di opportunità.

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