Italian food per presidiare l’estero

Mercati – Forte la presenza delle aziende italiane all'Anuga, kermesse mondiale e vetrina d'eccellenza del settore alimenti e bevande (da MARKUP 204)

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Qualità e innovazione all'insegna del made in Italy. Questo il leitmotiv che ha accompagnato Anuga 2011 e dove l'industria italiana, forte della partnership tra il nostro Paese e la kermesse tedesca, ha fatto sentire la propria presenza in modo massiccio. Un ruolo, quello di partner, giunto anche come riconoscimento per l'andamento dell'export mondiale dell'industria alimentare italiana che vede nella Germania il primo mercato di sbocco: così si esprime Federalimentare sul partenariato durante la giornata d'inaugurazione che, come afferma il presidente Filippo Ferrua, può rafforzare la posizione internazionale del Paese nonostante la congiuntura stagnante e i consumi in flessione. La Germania è, dunque, tra i principali mercati verso i quali l'Italia è proiettata mettendo a segno nel primo semestre di quest'anno una crescita pari a +9,2%. Tra i comparti più performanti, la filiera vegetale e dolciaria che ha totalizzato 2,2 miliardi di fatturato export segnando +6% sul 2010, la filiera zootecnica (carni lavorate e lattiero-caseario) con un fatturato di 700 milioni e +18% sull'anno scorso, il vino con un fatturato di 900 milioni di euro e una crescita sul 2010 di +8%.

Scarti di alimenti freschi nella Gda tedesca

quote in %  
Categoria merceologica % media
Frutta e verdura 5,12
Carne e insaccati 2,1
Latticini 1,55
Prodotti da forno 6,52
Altri alimenti 0,48
I dati si riferiscono a retailer tedeschi con un volume d'affari lordo complessivo di 47 miliardi di euro e un fatturato food di circa 35 miliardi di euro.Fonte: Ehi Retail Institute

L'export italiano
Come già anticipato, l'Italia, dopo una flessione nel 2009, ha vissuto un 2010 fortemente competitivo sul fronte delle esportazioni tanto da registrare un aumento dell'11,5% raggiungendo i livelli conseguiti nel 2008. Anche lo sviluppo delle importazioni seguono la stessa dinamicità con un tasso di crescita del 9,7%. Le categorie agroalimentari più esportate sono i latticini (+21,8%), i prodotti ortofrutticoli (+20,1%) e la carne (+14,5%). Buone anche le performance di vini (+11,9%), oli e grassi (+15,1%) e prodotti dolciari (+11%). Il 69,5% del fatturato totale export viene realizzato in Unione Europea benché negli ultimi due anni il dato abbia registrato un calo (70,3% nel 2009; 69,9% nel 2008). Entrando nel dettaglio, tutti i principali mercati (Germania in primis, Francia e Gran Bretagna) sono in ascesa. Sono, però, paesi come Polonia, Paesi Bassi, Slovacchia, Lituania e Lettonia a conseguire un andamento annuale più dinamico. I restanti paesi al di fuori dell'Unione Europea e il nord America raffigurano le altre due aree di destinazione delle esportazioni, con una crescita rispettivamente del +13,3% e del +13,7%. L'America centrale e meridionale registrano in ogni caso performance migliori con +23,1%.

Focus sulla Germania
Vetrina mondiale del settore alimentare e delle bevande, la 31° edizione di Anuga vede ancora una volta la Germania teatro di tendenza e scambi di conoscenze settoriali. Dando uno sguardo al retail alimentare, secondo i dati dell'Associazione nazionale della distribuzione alimentare tedesca Bvl (Bundesverband des Deutschen Lebensmittelhandels e.V.), in Germania gli operatori hanno totalizzato nel 2010 un fatturato complessivo di oltre 128 miliardi di euro realizzando circa il 5% del prodotto interno lordo del paese. Leggendo i trend legati al mercato, si evince un forte sviluppo degli alimenti biologici, dei prodotti regionali e dei piatti pronti. In particolare i prodotti biologici hanno conseguito nel primo semestre del 2011 nel canale grande distribuzione una crescita del 10% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, portando il fatturato a 1,2 miliardi di euro, a cui fa seguito una crescita a volume dell'8,8%. Tutto conferma la ricerca di qualità da parte dei consumatori tedeschi, una ricerca che trova un'ulteriore riprova nell'andamento dei canali di vendita, rivelatori della maggiore attenzione che il popolo teutonico ripone in questo tema. I discount hanno perso leggermente terreno conseguendo nel 2010 una quota di mercato pari al 44,8%, in perdita rispetto al 2009 dello 0,1%. Gli esercizi con assortimenti completi hanno registrato, invece, un lieve incremento. Le quote di mercato dei supermercati di prossimità sono passate da 27,2% nel 2009 a 27,6% nel 2010. Anche i supermercati di grandi dimensioni sono cresciuti passando nello stesso periodo da 9,1% a 9,2%.

Il futuro del food
In occasione dell'Anuga, Bvl e Koelnmesse hanno lanciato un progetto che studia gli sviluppi futuri lungo tutte le catene del valore del settore alimentare. In pratica il piano di lavoro si è prefissato di identificare i fattori che influenzeranno in misura determinante il futuro dei generi alimentari nel mercato tedesco, e, visti i risultati, non solo nell'area germanica. Infatti, sulla base di diversi fattori chiave, sono stati elaborati tre percorsi di sviluppo che segneranno nei prossimi anni un po' tutti i mercati. Primo su tutti la sensibilità al tema della sostenibilità ovvero la crescente incidenza che criteri sociali e considerazioni di tipo ambientale e salutistico avranno sulla scelta dei prodotti. In secondo luogo, la crescita della richiesta di prodotti regionali; un trend già presente in Germania (e non solo) e che sarà il filo conduttore della spesa dei consumatori alla ricerca di qualità nelle tradizioni locali. Infine, la presenza sempre più evidente sugli scaffali di piatti pronti che faranno sì che i consumatori possano mantenere le loro abitudini alimentari tradizionali pur dedicando meno tempo alla preparazione e alla cottura dei cibi. Tendenze, queste appena descritte, che si ritrovano anche nell'offerta espositiva dell'Anuga in qualità di prodotti gourmet e specialità regionali, prodotti biologici nonchè alimenti salutistici e funzionali che vanno ad affiancarsi ad alimenti halal, vegetariani, kasher e finger food. La maggiore richiesta di prodotti locali porterà a un'accelerazione della riscoperta delle piccole superfici che mediamente vedono nei prodotti regionali il loro punto di forza. Un trend che coincide, tra l'altro, con l'affermazione dei punti di vendita di prossimità.

Gli sprechi alimentari
Eco-compatibilità, preservazione delle risorse, sostenibilità sono tutti fattori che in futuro influenzeranno sempre più il comportamento dei consumatori. Si tratta di una evoluzione già intrapresa e che va a incidere anche in ambito distributivo. I retailer per ridurre, per esempio, gli scarti cercano di migliorare continuamente i sistemi di gestione della merce cercando di adattare le forniture alla reale domanda dei clienti riducendo così le grandi giacenze in magazzino. A questo scopo vengono adottate una serie di misure tra le quali l'impiego di sistemi di previsione e ausili di programmazione delle forniture, l'introduzione di tempi di raccolta degli ordini più brevi e di quantitativi d'ordine inferiori nonché scorte di sicurezza ridimensionate e l'impiego di modalità di acquisto e fornitura regionali per accorciare i percorsi di consegna. Per ridurre gli scarti alimentari, oltre all'ottimizzazione dei sistemi di gestione della merce, è fondamentale il controllo periodico delle date di scadenza. Questo consente di adottare provvedimenti più idonei come prezzi scontati o vendite di fine giornata, ma anche di avviare rapporti di collaborazione con organizzazioni legate al recupero degli alimenti da destinarsi a mense per i poveri. Nel corso dell'Anuga è stato presentato un sondaggio condotto da Ehi Retail Institute proprio sugli scarti della grande distribuzione tedesca dal quale risulta che, per esempio, i retailer in Germania hanno una produzione di scarti alimentari pari a 1,1% sul totale del valore della merce, cioè circa 310.000 tonnellate all'anno. In Germania vige, dunque, una scrupolosità in materia di eccedenze tanto più se mettiamo il dato a confronto con i 6 milioni di tonnellate di cibo che le famiglie tedesche gettano annualmente. Tutto ciò conferma sia l'importanza delle tematiche sostenibili in virtù di una gestione più responsabile, sia una mentalità commerciale legata alla riduzione dei costi.

Anuga Frozen Food
Sotto il tetto dell'Anuga vive Anuga Frozen Food, lo spazio specializzato in alimenti surgelati e gelati. Dalle forti potenzialità di crescita,
questo mercato si stima che aumenterà il giro d'affari fino al 2015 a un tasso annuo del 3,6%. In 4 anni i ricavi dovrebbe sfiorare i 140 miliardi di dollari Us, mentre nel 2010 erano di poco superiori ai 110 miliardi. Naturalmente la crescita non è omogenea in tutti i paesi.
Pur restando incontrastati consumatori mondiali con 52 chili procapite, i cittadini Usa sono fermi su questo livello da qualche anno.
Le aziende potrebbero intravedere, perciò, nuove possibilità di sviluppo in Europa orientale e Asia. In linea generale in Europa il continuo affinamento degli assortimenti, la maggiore presenza delle donne sul mercato del lavoro e l'aumento dei nuclei familiari monopersona hanno portato a una crescita della domanda. In termini di volumi il mercato europeo dei surgelati più importante è la Germania che nel 2010 ha realizzato 11,4 miliardi di euro.

Anuga Drinks
Il mercato del beverage (bevande analcoliche, vino birra, superalcolici, drink trendy) è rappresentato alla kermesse tedesca da Anuga Drinks. Durante l'evento fieristico gli operatori hanno avuto modo di comprendere il profondo cambiamento che accompagna
i consumi delle bevande in Germania. Sono vincenti i drink energetici, la vodka e le bevande miste a base di birra, mentre hanno poco
appeal le birre scure e i vini amabili. Cresce, tra l'altro, il consumo di acque minerali dovuto, non solo ai divieti di consumo di alcolici alla guida, ma anche al cambiamento di stile di vita di molti tedeschi. Attualmente ogni tedesco beve in media 131 litri di acqua minerale all'anno rispetto al 1980 quando il consumo procapite era di 40 litri. I tedeschi sono anche i primi consumatori mondiali di succhi con circa 40 litri l'anno,
mentre, per quanto riguarda le bibite analcoliche il consumo
annuo si aggira a 118 litri procapite. Le gassose sono trainanti, in particolar modo quelle al limone, mentre il consumo di bevande
a base di cola è stagnante.

Anuga Meat
Si tratta di una piattaforma informativa e commerciale legata ai mercati della carne, dei salumi, della selvaggina e del pollame. In Germania il consumo annuale procapite di carne è di circa 60 chilogrammi. I consumi maggiori li registra la carne di maiale (circa i due terzi sul totale) seguita dal pollame (20%) e dalla carne bovina (poco meno del 14%).
Il mercato interno non cresce, però, con sufficiente dinamismo e questo dirige le aziende di macellazione tedesche verso mercati oltreconfine quali Russia e Cina. Le macellerie tradizionali svolgono un ruolo sempre meno importante. Solo un euro su sei spesi per l'acquisto di bistecche e paté di fegato entra nelle casse dei negozi tradizionali. In crescita,
invece, il canale discount che è riuscito ad acquisire circa un terzo
del mercato specializzato in questa categoria.Resta su tutti un dato certo: i consumi di carne non aumenteranno nei prossimi anni. Molti produttori cercano, quindi, di arginare questa prospettiva lanciando confezioni piccole, prodotti senza allergeni, additivi aromatizzanti, glutine e coloranti, ampliando gli assortimenti dei prodotti convenience.

     
  Idee alimentari proiettate al domani globalizzato  
 

A fare da stimolo per il food business interpretando la funzione di barometro delle tendenze alimentari, ci ha pensato Taste11 ovvero la rassegna dell'Anuga dedicata ai trend di prodotto. Una giuria di esperti ha scelto 54 delle oltre 1.200 proposte presentate da più di 500 aziende di respiro internazionale basando la scelta su criteri quali originalità, pack adottato, facilità d'uso, tipo di ricetta e impatto estetico. Prevalgono nell'insieme dei prodotti le categorie dei salutistici, degli speciali dedicati a target specifici, dei provenienti da coltivazioni biologiche e allevamenti etologici nonché degli improntati sulla sostenibilità.

Innovazioni food
Molte le novità, dunque, spalmate in diversi mondi, dalle specialità gastronomiche ai latticini, dalla carne ai prodotti da forno. In ambito di piatti pronti all'insegna della praticità e del risparmio di tempo, tra le proposte di Taste11 vi sono le capesante già pronte in salsa di vino bianco, un burger pronto per essere cotto nel tostapane, tasche da pasticciere contenenti pasta per muffin che una volta scongelata è pronta per essere spremuta nei pirottini, crespelle già pronte sagomate come le più note celebrità Disney e molti altri ancora. Interessante segnalare nelle specialità gastronomiche un olio di semi di mela e un sale liquido rosso (per l'alta percentuale di ferro) per salare con omogeneità le pietanze durante la cottura. Novità anche sul fronte dei latticini con due formaggi, uno realizzato grazie alla combinazione di diversi tipi di formaggi mescolati con sale, pepe e panna acida, e l'altro di latte vaccino pastorizzato con una spruzzata di birra che, mescolata direttamente nel siero del latte, dona al prodotto un sapore di birra. Anche i prodotti carnei puntano su salute e praticità: dal salame a basso contenuto di grassi a base di carne di tacchino e integrato con oli vegetali e acidi grassi omega 3 insaturi, a una salsiccia simile a un würstel da cuocere in acqua a basso contenuto di grassi in quanto prodotta con carne di maiale magra. Denominatore comune a molti prodotti della rassegna Taste11, il wellness, inteso nella sua accezione più comune, propone una bevanda all'aceto che, oltre a essere rinfrescante, rallenta l'invecchiamento cellulare grazie all'alta concentrazione di biofenoli. Preponderante anche la presenza di prodotti biologici come il succo di limone biologico in pack biodegradabile e compostabile, i biscotti di quinoa al cacao realizzati con prodotti trasformati secondo standard equosolidali, un softdrink con una percentuale di tè nero più elevata.

 
     

Allegati

204_Anuga

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