Italiani sempre più salutisti: i 5 trend alimentari (e le richieste alla gdo)

Aumentano le diete restrittive e la parallela necessità di portare a scaffale più referenze vegetali, semplificate nella ricetta e naturali.

Continua la grande marcia dei consumatori verso la naturalezza e il salutismo. Al quadro evolutivo appena tracciato dal Rapporto Coop 2016 si aggiungono due ricerche globali condotte da Nielsen, che forniscono uno spaccato del rapporto tra italiani e comparto alimentare.

Il contesto è quello di una crescente attenzione al tema del benessere, che si associa a fenomeni come “una crescita dei tassi delle malattie croniche quali ipertensione e diabete, l’affermarsi dell’atteggiamento propenso all’auto-diagnosi e l’aumento di persone informate e connesse”, conferma l’amministratore delegato di Nielsen Italia Giovanni Fantasia.

Ecco allora le principali tendenze alimentari e nutrizionali nel nostro Paese:

  • Back to basics: il ritorno agli elementi base dell’alimentazione. Il 66% dichiara di non assumere prodotti animali contenenti antibiotici e ormoni, il 65% evita coloranti artificiali, il 62% i conservanti, il 60% gli Ogm e infine il 59% gli aromi ottenuti con additivi estranei ai prodotti stessi.
  • spesa_supermercatoL’artificiale preoccupa, a scaffale serve più vegetale. Oltre 2 italiani su 3 (67%) si dichiarano preoccupati degli ingredienti artificiali contenuti nei cibi, una percentuale superiore alla media europea: in Spagna sono il 60%, nel Regno Unito il 55%, in Germania il 53%. Un italiano su cinque (21%), rispetto al 15% della media Ue, vorrebbe sugli scaffali dei supermercati più alimenti alternativi alla carne composti da proteine di origine vegetale.
  • Le diete restrittive spopolano.. Quasi 2 italiani su 5 (il 38% del campione, vs 44% media Ue) dichiarano di seguire, tra gli altri, i seguenti profili nutrizionali caratterizzati da una bassa assunzione di determinati componenti: il 18% evita i grassi e l’11% i carboidrati. In Italia, d’altra parte, si riscontra una minore propensione a non consumare gli zuccheri: il dato nazionale riferito a quanti evitano i dolci è pari al 9%, in Europa al 22%. Tra le allergie e intolleranze più comuni si riscontrano quelle al lattosio e derivati (8%) e al glutine (5%).
  • Il meno vale di più: le richieste alla gdo. In linea con il punto precedente, il 42% degli italiani (vs media Ue pari al 34%) richiede maggiore assortimento di prodotti a basso contenuto di grassi o addirittura senza grassi, il 31% di prodotti senza zucchero, il 25% senza sale, il 21% ipocalorici, il 13% senza lattosio, il 6% senza glutine. Il 23% si esprime inoltre a favore di confezioni alimentari che offrano la disponibilità di porzioni “controllate” del prodotto acquistato.
  • Equilibrio edonistico: la salute si paga, ma il gusto non ha prezzo. Il 53% si dichiara disponibile a pagare un prezzo più alto per cibi che non contengono alimenti indesiderati, ma solo il 37% è disposto a sacrificare il gusto per un cibo più salutare.

 

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