Kfc, la crisi del pollo e quando un brand vince con l’autoironia

La maggior parte dei brand senza dubbio avrebbe cercato di risolvere la cosa porgendo scuse formali e utilizzando un tone of voice serio, nel tentativo di non fomentare disappunto e nervosismo nei consumatori. Kfc Uk, invece, ha scelto una "rischiosa autoironia", come ammesso dalla stessa direttrice marketing dell'azienda nel Regno Unito Meghan Farren.

La catena di fast food, incentrata tutta sul pollo, ha scelto infatti di gestire la crisi da momentanea assenza del proprio prodotto principale puntando sul linguaggio colorito. Nello specifico, Kfc ha anagrammato le lettere dell'insegna per creare la parola Fck: contrazione di fuck (esclamazione inglese volgare per esprimere contrarietà, in questo caso nei confronti della situazione di carestia da pollo).

L'azzardo pubblicitario è andato a buon fine. Kfc e la sua agenzia Mother hanno infatti ottenuto un plauso da tutto il settore del marketing per l'ardita comunicazione e sono state anche premiate con un certo numero di Leoni d'oro all'ultimo Festival della Creatività di Cannes.

Non solo. Ad aver premiato la scelta sono stati naturalmente anche i consumatori. La risposta di Kfc ha trasformato quella che avrebbe potuto essere una crisi dannosa in un'opportunità per il marchio. YouGov BrandIndex e i suoi indici di misurazione della forza e reputazione di un brand mostrano che il punteggio dell'azienda è crollato a -10,6 in periodo di penuria di pollo, ma che da allora è risalito quasi al suo punto massimo ante-crisi.

Anche il punteggio delle impression è quasi tornato al livello neutrale con un punteggio pari a zero. Nell'ultimo mese, inoltre, la sua intenzione d'acquisto è aumentata di cinque punti fino a un punteggio di +20.

"Kfc può essere certo che ogni traccia del suo errore risalente a febbraio è stata in gran parte dimenticata, e il marchio cercherà di capitalizzare il buon andamento che questa campagna ha generato", ha sottolineato Amelia Brophy, responsabile dati di YouGov.

Un caso che dimostra anche come il legame di fiducia tra agenzia e azienda sia fondamentale. Una campagna distintiva richiede infatti anche il coraggio di essere messa in atto, oltre che proposta.

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