La qualità entra nel carrello: una sfida da vincere

Gli opinionisti di Mark Up (da Mark Up n. 264)

Il mercato globale del consumo responsabile e di qualità sta crescendo e non si tratta di una moda passeggera. Il 75% degli americani intervistati da The Boston Consulting Group dichiara di acquistare prodotti “responsabili”, raggiungendo il 15% delle vendite totali e superando i 15 miliardi di dollari nelle categorie principali. Nel mondo compie questa scelta un numero crescente di consumatori e altrettanto avviene in Italia. Lo stesso Rapporto Coop segnala come, anche nel nostro Paese, sia finita “l’era del downgrading della spesa” per il ritorno al valore nel carrello. Si tratta di un’occasione che premia soprattutto gli attori specializzati e quelli più credibili. I player italiani hanno un’occasione unica: passare dallo sforzo di internazionalizzazione dell’export alla conquista di settori che sono premium sui mercati e distintivi nei confronti dei consumatori. Il sistema della filiera alimentare italiana ha delle caratteristiche straordinarie per rispondere alla sfide mondiali della sostenibilità: biodiversità, capacità di innovazione, riconoscibilità dei prodotti, unicità e qualità. Credo che gli asset per cogliere questa opportunità siano, fra gli altri: - comprensione e comunicazione dell’unicità della filiera agroalimentare italiana rispetto a quella degli altri Paesi per le sue caratteristiche di strutturazione e qualità del prodotto e delle lavorazioni; - la capacità di non accettare compromessi sulla qualità evitando di puntare sul volume, ma sulla qualità; - ritornare a essere presenti sui mercati che hanno visto l’Italia in ombra negli ultimi anni: questo dovrà essere uno sforzo collettivo del nostro sistema-Paese. Che sia la volta buona?

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