La ripresa è ormai vicina, ma è un treno da non perdere

Editoriale – Secondo il Centro studi di Confindustria la ripresa è attesa per il quarto trimestre di quest'anno in forma di un "debole recupero che si consoliderà nel 2014 grazie soprattutto all'impulso dell'export..."

La ripresa dell'economia italiana sembra finalmente vicina. Dopo sette anni di crisi profonda il solo segnale di un'inversione di tendenza è già una buona notizia, ma occorrerà lavorare con attenzione e cautela per non sprecare le opportunità che si presenteranno nel prossimo futuro.
Il Centro studi di Confindustria pochi giorni fa, nel parlare di ripresa alle porte e attesa per il quarto trimestre di quest'anno, ha sottolineato come si tratterà di un "debole recupero che si consoliderà nel 2014 grazie soprattutto all'impulso dell'export che beneficerà di una maggiore espansione della domanda globale".
Gli indicatori non svoltano in modo deciso al rialzo, ha ricordato Luca Paolazzi, direttore del Csc, "ma sicuramente una serie di segnali dicono che abbiamo toccato il fondo: segnali che riguardano le immatricolazioni di auto, alcuni indicatori di giudizi delle famiglie o delle imprese".
A bocce ferme, quindi, più che una ripresa sarà una ripresina, guidata soprattutto dalla domanda legata all'export e con il mantenimento di una pressione sui consumi interni.
La pressione fiscale rimane insostenibile, almeno per chi le tasse le paga e, anche dal punto di vista dell'occupazione il Csc prevede un ulteriore calo, con il 2014 destinato a chiudersi con oltre 1 milione 800mila occupati in meno rispetto al 2007, anno di inizio della crisi.
Occorrerà quindi, come si diceva prima, sfruttare al meglio tutte le opportunità che si presentano: a partire dall'allentamento della pressione comunitaria dopo l'uscita del nostro Paese dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo, che pur senza creare eccessivi entusiasmi lascia qualche margine di manovra in più al governo Letta sui temi della crescita e dell'occupazione.
Ci si aspetta molto, a questo proposito, dalle riforme che lo stesso governo ha promesso e che dovrebbero creare un clima più favorevole alla crescita economica del nostro Paese: al di là della crisi, infatti, il ritardo di sviluppo della nostra economia è storia degli ultimi vent'anni, con un andamento asfittico se confrontato con quello dei maggiori partner internazionali.
Sarà quindi fondamentale, nell'ambito delle riforme, riuscire a trasformare il Paese per renderlo di nuovo appetibile agli investimenti provenienti dall'estero, che oggi sono a livelli bassissimi perché le imprese straniere temono di bloccare il loro denaro senza avere un quadro certo dal punto di vista normativo e giuridico.
Ed è proprio il fronte internazionale quello da cavalcare nell'immediato con maggiore decisione: il Csc stima che l'export chiuda il 2013 con un +1,3%, per raddoppiare (+2,6%) nel 2014 collocandosi al di sopra dei livelli pre-crisi.
Un'altra occasione da non perdere sarà dunque l'Expo 2015, che per Confindustria "è fondamentale sfruttare appieno come vetrina per il manifatturiero per il rilancio dell'intera economia italiana".
La strada per non perdere il prossimo treno della crescita sembra abbastanza chiara e delineata: ed è un treno che bisogna obbligatoriamente prendere al volo per non rischiare di essere relegati a un futuro di retroguardia tra i grandi paesi industriali.

ml@ilsole24ore.com

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