La stampa 3D degli snack che trasforma la food industry

Si tratta di mini cestini commestibili stampati in 3D, prodotti con già all’interno un misto di semi, spore e lievito che dopo pochi giorni inizieranno a germogliare in piccoli funghi e piantine, dando vita a uno snack sostenibile e quanto mai naturale. Questo, in sintesi, il progetto della food designer Chloé Rutzerveld, sviluppato in collaborazione con la Eindhoven University of Technology (Paesi Bassi) e l’organizzazione di ricerca Tno. L’idea alla base è quella di esplorare come la 3D printing di organismi viventi possa trasformarsi in vera e propria creazione di alimenti salutari, impattando sull’industria del food.
Il cuore all’interno delle strutture stampate è composto da una sostanza naturale e gelatinosa chiamata agar, o agar-agar, che consente alle sostanze originali di crescere, producendo uno snack sicuramente apprezzato dai consumatori più salutisti, che prediligono freschezza e sostenibilità. La 3D printing alimentare, oltre ad accorciare la catena produttiva e a consentire la creazione di prodotti capaci di sorprendere, consente infatti anche la produzione domestica.
Resta il fondamentale quesito riguardo al sapore degli snack, che la sua creatrice definisce gustosi, ma che per essere assaggiati su larga scala dovranno aspettare ancora otto o dieci anni, il tempo necessario perché la tecnologia possa essere ulteriormente sviluppata e lanciata sul mercato.

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