La verdura cerca nuovi linguaggi: i 3 trend da conoscere

I risultati del progetto di ricerca VeggiEAT finanziato dall’Ue. Coinvolti i consumatori di Italia, Francia, Regno Unito e Danimarca per delineare la percezione del comparto.

Basta con la retorica della salubrità e della nutrizione. Verdura e ortaggi reclamano a gran voce una comunicazione più accattivante, gustosa ma anche familiare e ragionata, capace di superare la cosiddetta neofobia di quei consumatori ritrosi a provare alimenti sconosciuti e poco in linea con le loro abitudini dietetiche.

A indagare atteggiamenti, abitudini e inclinazioni degli europei nei confronti del comparto è stato VeggiEAT, il progetto internazionale di ricerca finanziato dall’Ue e partecipato da Bonduelle, allo scopo di favorire un rilancio dei consumi. Al centro dell’indagine, cha ha coinvolto anche istituti come l’Università di Firenze, gli 11 vegetali più rappresentativi del territorio e un campione di 1.000 persone (500 adolescenti più 500 senior) da Italia, Francia, Regno Unito e Danimarca.

Ecco allora le tendenze portate in luce, utili per supportare una svolta strategica di promozione e linguaggio.

  1. verdure_ortaggiI giovani preferiscono freschezza, delicatezza e colore. Indipendentemente dal Paese di origine, infatti, i ragazzi mostrano apprezzamento per carote, pomodori e insalate verde, mentre broccoli e cavolfiori risultano poco apprezzati a livello trasversale. Successo dunque per quei prodotti impiegati prevalentemente a crudo, esteticamente gradevoli e con proprietà sensoriali meno impattanti, come sottolinea Erminio Monteleone, Professore Associato di Analisi Sensoriale e Analisi delle Preferenze dei Consumatori all’Università di Firenze.
  1. La frequenza favorisce il cambio di dieta. Così come le zucchine risultano poco gradite agli adolescenti inglesi, danesi e francesi, queste ultime sono una verdura maggiormente accettata dai ragazzi italiani. Un esempio che conferma la rilevanza della tradizione gastronomica nella dieta, mostrando parallelamente come l’esposizione precoce e ripetuta a uno specifico vegetale possa consentire il passaggio da un giudizio inizialmente negativo a uno positivo.
  1. Gli anziani sono meno reticenti alle novità. In generale, i consumatori con un livello di neofobia più elevato esprimono un gradimento minore nei confronti dei vegetali, oggetto spesso di diffidenza e reticenza. Questo effetto, forse a sorpresa, è decisamente più forte negli adolescenti che negli anziani, a riprova almeno in parte di come il fattore educazione incida sul lungo termine. I senior tendono ad apprezzare tutti gli 11 vegetali considerati, fatta eccezione per il meno popolare mais dolce.

La chiave è mixare. Nel complesso, quindi, come suggerisce il Professor Monteleone, “le preparazioni gastronomiche dovrebbero mirare a combinare con attenzione i sapori dei vegetali noti ed accettati con quelli di prodotti nuovi o tendenzialmente rifiutati, facilitando per associazione l’accettabilità di questi ultimi anche da parte di soggetti con un livello di neofobia più elevato”.

“Per Bonduelle, nello specifico, i risultati del progetto saranno una guida nell’ideazione di nuove ricette che possano essere gradite a tutti, soprattutto a bambini ed anziani”, afferma Laura Bettazzoli, direttore marketing di Bonduelle Italia.

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