L’Ai per l’efficienza nell’incontro domanda-offerta

Il mercato del lavoro è sotto stress in Europa con dinamiche vulnerabili anche a cambiamenti normativi che impattano sui servizi e sul retail

Le asimmetrie tra domanda e offerta di lavoro, unitamente allo scarso riscontro salariale, stanno mettendo in crisi le democrazie occidentali.

I tentativi messi in atto dai governi che si sono succeduti nel rivitalizzare il mercato del lavoro, hanno sofferto della grande fragilità del contesto, che potrebbe non avere la robustezza necessaria per sopportare cambiamenti drastici.

Il caso delle chiusure domenicali dei centri commerciali e dello scenario che apre, è un esempio eloquente di criticità di una realtà in cui non ci si possa permettere di perdere un solo posto di lavoro, vista la difficoltà di costruirne di nuovi. Esiste comunque una sacca di inefficienza che, se colmata, potrebbe portare a una maggiore occupazione: stiamo parlando dell’incontro tra domanda ed offerta.

Ma come stanno realmente le cose nell’Unione europea per quanto riguarda il mercato del lavoro? Secondo i dati Eurofound, gli inattivi in Europa nel 2016 (ultimo dato disponibile) ammontavano a 135.6 milioni. Questi rientrano, in parte, anche nella marco area delle forme supplementari di disoccupazione, una sorta di “disoccupazione nascosta” che prende in considerazione anche i lavoratori part-time sotto-occupati. Si calcola, infatti, che nel 2017 all’incirca 9 milioni di lavoratori part-time in tutta Europa (Eu-28) avrebbero preferito lavorare un numero maggiore di ore e sarebbero stati favorevoli a contratti a tempo pieno, se ce ne fosse stata la possibilità. Tutto ciò descrive un mercato europeo del lavoro complesso, con 9 milioni di “lavoratori insoddisfatti” che, se sommati al totale della cosiddetta “forza lavoro potenziale” (più di 10 milioni tra chi non cerca attivamente lavoro e chi non è subito disponibile a lavorare, oltre ai vari casi di disagio più grave sopra descritti), porta a quota 19 milioni le persone che nel 2017 potrebbero avere lo status di disoccupato, secondo i termini più tradizionali, nelle stime conteggiate dall’Ilo.

Un punto di partenza valido per gestire questo enorme bacino è la riduzione dell’asimmetria informativa tra domanda e offerta. Infatti, sempre secondo Eurostat, nel secondo quarto del 2018 circa il 2,2% delle posizioni di lavoro aperte in Unione Europea erano vacanti. Ciò risulta essere una tendenza costante nel quinquennio 2013-2018 con un vacancy rate (il numero dei posti di lavoro vacanti in un dato periodo, ed anche, dando una lettura più ampia, lo squilibrio tra le competenze e la disponibilità di coloro che sono disoccupati e ciò che è ricercato dai datori di lavoro) che all’inizio del 2013 era pari a 1.4% nell’area dell’Unione europea. Con l’introduzione dell’Ai, intelligenza artificiale, si parla oggi di Recruitment 4.0. Uno strumento che rivela in generale grandi potenzialità per la gestione digitale delle risorse umane. Un fatto attestato anche dalle ricerche condotte da Deloitte Bersin (una realtà di Deloitte che si focalizza su ricerche in ambito Hr) per cui dall’acquisizione dei talenti, alla valutazione delle performance, fino all’emissione dei cedolini, la gestione digitale delle risorse umane ha raggiunto investimenti globali maggiori a 2 miliardi di euro nel 2016.

Focalizzandoci sull’esigenza sopra esposta di ridurre il disequilibrio tra domanda e offerta di lavoro (job mismatch), un’interessante innovazione di successo è quella apportata da Jobrapido (https://it.jobrapido.com/), un motore di ricerca di lavoro leader a livello mondiale fondato nel 2006 con oltre 80 milioni di utenti registrati, presente in 58 paesi, con headquarter a Milano. Jobrapido ha recentemente lanciato sul mercato la Smart Intuition Technology, ovvero una tecnologia che impara a conoscere, basandosi sulla tassonomia e l’intelligenza artificiale, gli interessi del Jobseeker (del candidato) e li mette in relazione con la serie più completa di offerte in target con la sua ricerca. L’innovazione introdotta da questa tecnologia è l’utilizzo della tassonomia al posto del più tradizionale sistema basato sulle parole chiave, per cui Jobrapido definisce una struttura gerarchica concettuale sulla base della quale i termini sono disposti in cluster e poi correlati a dei macro argomenti di riferimento, senza bisogno di un preventivo caricamento del curriculum vitae sulla piattaforma da parte del candidato. Dall’esempio della tecnologia sviluppata da Jobrapido emerge chiaramente la necessità di programmare le tecnologie a servizio delle necessità umane, “educando” i loro algoritmi a capire sempre più delle realtà complesse, di cui il disallineamento tra domanda e offerta fa sicuramente parte.

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